La Casa di Comunità di Salò resta un rebus. E più passa il tempo senza avere indicazioni precise sul nuovo corso del progetto e più si moltiplicano le richieste di chiarimenti istituzionali e politici. Mentre attende risposta l'interpellanza presentata in Regione da Paola Pollini del M5S Lombardia per capire quale nuovo intoppo ha bloccato il progetto della struttura di Cunettone e soprattutto se sono a rischio i fondi del Pnrr destinati al polo sociosanitario, la questione approderà in Consiglio comunale. Giovanni Ciato ha presentato un'interrogazione che verra discussa nella prima seduta utile.
Gli interrogativi
«In riferimento alla bocciatura da parte della Soprintendenza del progetto relativo alla Casa della Comunità a Cunettone e in considerazione del tempo già trascorso dalla sigla dell'accordo e del termine stabilito per la sua messa in funzione, fissato per gennaio 2026 - motiva Ciato - ho chiesto alcune delucidazioni». Quali in sostanza? «Innanzitutto se il nuovo progetto è stato presentato e se si per conoscerne i dettagli. E poi se il costo di oltre 170 mila euro sostenuto per il piano di fattibilità che si è poi dimostrato non essere percorribile in quanto respinto per motivi paesaggistici dalla Soprintendenza, inciderà sul finanziamento generale». L'investimento stimato dell'opera punto qualificante della riforma sanitaria regionale e di 12,5 milioni.Al netto dei rilievi posti in estate nel preavviso di provvedimento negativo dell'architetto Luca Rinaldi della Soprintendenza al progetto della nuova Casa di Comunità griffato dall'archistar Stefano Boeri e delle controdeduzioni da parte del Comune di Salò, il consigliere di minoranza Ciato chiede anche altro: «se alla luce della nuova progettazione, sono previsti ritardi sul completamento dell'opera e sulla messa in funzione della struttura sanitaria e inoltre se sono confermati tutti gli ambulatori per i medici di base e tutti i servizi originariamente previsti». In una struttura ricordiamo, a servizio delle utenze del comprensorio del medio lago, destinata ad accorpare le funzioni di un ospedale, ambulatori e centro socio-assistenziale in un unico grande complesso.