Da una parte i residenti che hanno riaperto porte e finestre dopo il via libera del sindaco, che ha revocato l’ordinanza del dopo rogo, constatato che nell’aria non ci sono più inquinanti a livelli degni di attenzione. Dall’altra i Vigili del fuoco: per loro un’altra notte a presidiare l’area dell’emergenza. L’incendio del complesso commerciale Le Vele di Desenzano ieri ha iniziato a mostrare più chiaramente il vero bilancio dei danni. La prima stima parla di 10 milioni di euro di danni.
La conta dei danni dopo l'incendio a Le Vele
La stima di 10milioni di euro è un dato parziale che considera solo le strutture: non include le merci, i potenziali mancati introiti delle attività, ma anche gli investimenti andati letteralmente in fumo nel giro di poche ore. Come nel caso del primo piano, allagato a piano terra e con l’impianto elettrico compromesso, che a fine giugno sarebbe stato inaugurato con 3 nuovi ristoranti e che è molto compromesso. O anche della parte centrale (ex Obi), in fase di ristrutturazione e che avrebbe ospitato fra poche settimane il nuovo negozio Eurobrico: ora è addirittura a rischio crollo.
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Alcuni stabili dovranno essere abbattuti
Il vento che si è sollevato verso sera rischiava di riattivare le braci coperte dalla tettoia di metallo e per questo i vigili del fuoco sono stati costretti a presidiare il centro anche questa notte, contando sull’aiuto della pioggia per tenere a bada il rischio di ulteriori focolai. Gravissime anche le condizioni dei due piani della palazzina attaccata al tetto a doppia falda in legno, troppo instabili per essere recuperati: probabilmente andranno abbattuti e ricostruiti.
A qualcuno è andata un po’ meglio: la torre a Sud, dove i vigili del fuoco hanno predisposto il presidio operativo, è intatta, come anche il Lidl, mentre la sede del negozio Trony e il poliambulatorio sanitario Benacus sono sostanzialmente intatti, ma per ora attendono l’agibilità ufficiale e nel frattempo hanno «dirottato» i clienti nelle altre sedi dei paesi vicini: a Mazzano per il negozio di elettronica, a Castiglione, Bedizzole e Salò per il Benacus. «Attendiamo solo il permesso di agibilità per riaprire: i nostri ambienti sono intatti - spiega infatti Andrea Candeloro, uno dei proprietari del Benacus -. Riapriremo a breve, nel frattempo garantiamo il servizio dirottando i nostri pazienti sui centri di Castiglione, Bedizzole e Salò».
Gli uffici dell'Asst del Garda
Altro discorso per gli uffici sanitari di Asst Garda, dove hanno sede lo sportello di scelta del medico di base, il servizio vaccini e altri. Qui è stato necessario disattivare l’intero impianto elettrico ma lo stabile è integro e si sono recuperati i farmaci speciali a temperatura controllata e ritirato lo stretto necessario dall’ambulatorio medico.

Nel frattempo si stanno raccogliendo ancora alcuni frammenti di bombole esplose e schizzati anche nei giardini di privati: l’ultimo a casa di Marco Tirali in via Nikolajewka, a circa 500 metri dall’esplosione. Il pezzo di metallo è stato messo sotto sequestro e servirà a ricostruire l’esatta dinamica.•.