Il caso

Pagano ma la tv non funziona: rabbia tra i degenti degli ospedali di Desenzano e Manerbio

di Silvia Avigo
Nessun cartello avvisa del presunto guasto e così gli ignari pazienti o i loro parenti pagano, per restare a bocca asciutta senza vedersi restituire i soldi.

Pioggia di proteste contro il servizio di televisione a pagamento nelle strutture ospedaliere dell'Asst del Garda. Nei reparti di Desenzano, Manerbio i pazienti subiscono da mesi e mesi una beffa che per chi è ricoverato assume i contorni di qualcosa di più grave. Il servizio che dovrebbe permettere ai degenti di guardare la tv di fronte alla loro letto non funziona. Nessun cartello avvisa del presunto guasto e così gli ignari pazienti o i loro parenti pagano, per restare a bocca asciutta senza vedersi restituire i soldi. E non è poca per chi sta male o necessita di terapie anche lunghe. Di restare sotto controllo immobilizzato a causa di traumi o anche per chi è in attesa di un intervento. Tutte persone in stato di stress emotivo, che attraversano un momento difficile e che restano da sole molto a lungo, potendo ricevere visite solo dalle 13 alle 14 e dalle 19 alle 20 dal lunedì alla domenica. Lo stato psicologico e il benessere di chi sta male conta e la televisione, se funzionasse, è una fonte di distrazione. Uno strumento per allentare la tensione e soprattutto, nel caso del reparto di pediatria, un modo efficace d'intrattenere e dare un po' di normalità ai più piccini.

Le testimonianze


«A fine agosto sono stato ricoverato all'ospedale di Desenzano per sottopormi a un intervento chirurgico - spiega Massimo -. Sapendo di dover restare allettato e impossibilitato a muovermi a lungo, un mio parente è andato nell'atrio ed ha acquistato il servizio tv spendendo 14 euro. Il pagamento è andato a buon fine, ma solo quello, lungo tutta la mia degenza non ho visto niente».Gli apparecchi per acquistare il pacchetto tv si trova solo in alcuni reparti ma dovrebbe consentire di accedere al servizio a tutti i letti degli ospedali. Medialife System, il «fornitore» del servizio ogni passaggio da seguire e al termine rilascia la ricevuta di pagamento che include la consegna delle cuffiette, obbligatorie per ascoltare una tv che non si accenderà mai.

Il racconto


«Ho assistito mio marito durante una crisi glicemica all'ospedale di Manerbio - racconta Marta da Manerbio -. Ho acquistatato per lui il servizio tv che non ha mai funzionato. Ho chiamato Medialife System stando ben attenta agli orari: solo dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì ma è stato un calvario». Al numero verde nessuno ha risposto. Il giorno dopo Marta, come tanti altri, prova a chiamare il cellulare indicato dall'aziend, sta attaccata alla cornetta 6 minuti e 37 secondi, risponde il disco, che avvisa che se non ci sarà risposta entro 2 minuti dovrà lasciare un messaggio e verrà richiamata. Richiamo che ovviamente non arriva e allora parte un'altra telefonata. Stavolta il centralino risponde ma la promessa dell'intervento immediato di un tecnico verrà disattesa. «A me hanno promesso il recupero dei giorni persi, ma mio figlio Luca è stato dimessa prima - spiega Giorgia che accudiva il suo bimbo all'ospedale di Desenzano -. Non è per i soldi sprecati, ma il tempo in un reparto per un bambino di 5 anni non passa mai. Mi sono sentita impotente».

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