L’autopsia eseguita ieri nel primo pomeriggio non ha fatto altro che evidenziare la violenza con cui Ruben Andreoli, 45enne magazziniere, ha ucciso venerdì scorso la madre, la 72enne Nerina Fortuna, al culmine di una lite avvenuta all’interno dell’abitazione di Sirmione in cui i due vivevano insieme alla moglie di origine ucraina dell’uomo.
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Per la relazione finale del medico legale incaricato dalla procura di Brescia, all’esame era presente anche un consulente nominato dalla difesa del 45enne, bisognerà attendere 60 giorni. Ora dopo il nulla osta alla sepoltura concesso dal pubblico ministero titolare delle indagine potrà essere fissata la data per i funerali della donna spirata in ospedale dove era arrivata in condizioni disperate per le profonde lesioni (soprattutto al capo) provocate dal pestaggio.
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Presa di coscienza
Ruben Andreoli ancora non ha chiarito agli inquirenti cosa abbia scatenato la sua rabbia. Di certo c’è che i rapporti tra madre e figlio negli ultimi tempi si erano fatti sempre più tesi. Con il passare dei giorni Andreoli, detenuto in carcere a Brescia dal momento del delitto, si sta rendendo conto di quel che ha commesso. «È disperato - piega il suo legale, l’avvocato Marco Capra, che lo ha incontrato anche giovedì - Non si spiega cosa lo abbia portato ad aggredire fino ad uccidere la madre con cui il legame era comunque sempre stato buono». Dietro l’omicidio non ci sarebbero motivi economici, ma come sottolineato dal gip che ha convalidato l’arresto stabilendo la detenzione in carcere: «Banali liti domestiche legate al fatto che la vittima si sarebbe rivolta in modo irrispettoso verso la nuora».