L'OPERAZIONE

Bomba inesplosa nella grotta del Monte Orfano: scatta la messa in sicurezza

di Simona Duci
Domani gli esperti del Gruppo Speleologico del Montorfano scorteranno gli artificieri di Verona nel dedalo di gallerie carsiche
Dalla grotta Lacca bisogna calarsi per 15 metri per raggiungere la bomba
Dalla grotta Lacca bisogna calarsi per 15 metri per raggiungere la bomba
Dalla grotta Lacca bisogna calarsi per 15 metri per raggiungere la bomba
Dalla grotta Lacca bisogna calarsi per 15 metri per raggiungere la bomba

Un ordigno «addormentato» nelle cavità della terra lasciato in eredità dalla storia è adagiato nelle cuore del Monte Orfano. La scoperta che da anni tiene in apprensione le autorità e gli specialisti dell’esplorazione delle grotte carsiche tra due giorni verrà fatto brillare. Sarà il Gruppo Speleologico del Montorfano a guidare giù per l’intricato percorso tra le grotte, gli artificieri dei reparti del Genio militare di Verona, che domani interverranno per la bonifica, a Cologne.

Il Gruppo Speleologico del Montorfano guiderà per l’intricato percorso carsico gli artificieri militari di Verona
Il Gruppo Speleologico del Montorfano guiderà per l’intricato percorso carsico gli artificieri militari di Verona

Verrà estratta una bomba a mano custodita dalla montagna

La squadra estrarrà una bomba a mano risalente al secondo conflitto mondiale, custodita al momento dalla montagna, precisamente nella grotta «Lacca». Che in una delle cavità del Monte Orfano che sovrasta la pianura sud-occidentale della Franciacorta, tra Cologne, Coccaglio e Rovato, si celasse un cimelio del genere, è cosa nota da tempo.

Quando un anno fa, era apparso un cartello, con scritto, «vietato l’accesso presenza di ordigno inesploso», disposto dalle forze dell’ordine all’entrata della grotta, che per questioni di sicurezza era stato affisso, proprio a seguito di una segnalazione, dopo un’esercitazione della Protezione civile. «Si pensa che a causa delle piogge nel tempo, sia poi venuta alla luce – spiega Franco di Prizio, presidente dell’associazione Speleo Montorfano, che quelle grotte le conosce come se fossero le sue tasche – l’area in cui si trova la bomba è molto particolare, e c’è come una piccola discesa dove defluisce la pioggia. Lo si raggiunge dopo aver attraversato una grotta che scende in profondità, fino a circa 15 metri, da cui si arriva ad un pozzo naturale di origine carsica per la raccolta delle acque piovane, e da dove poi si accede ad un'altra saletta concrezionata, alta dieci metri e larga altrettanto».

Operazione complessa, in particolare la risalita

Armi, baionette, elemetti ed altri cimeli bellici risalenti alla Seconda guerra mondiale, nelle zone circostanti sono riaffiorate progressivamente . Si raccontano infatti, storie di combattimenti, che hanno come protagonisti i partigiani, e non solo. «Gli artificieri specializzati, - continua Di Prizio - ci hanno chiesto negli scorsi giorni diverse informazioni sull’area, proprio perché da trent’anni la scrutiamo, e le conosciamo molto bene. Infine ci siamo resi disponibili a fare da supporto, saremo in tre, e daremo in dote alcune delle attrezzature, perché ne servono di specifiche, per scendere fino alla meta, dove ad un certo punto bisogna lasciarsi scivolare all’interno di una cavità.

Tutta l’operazione è molto complessa. Più che per scendere, soprattutto per risalire». Non si sa di preciso se la bomba verrà riportata alla luce subito, c’è da capire una volta che gli artificieri saranno scesi nella grotta, se sarà possibile la movimentazione. Se i militari decideranno di disinnescarla, l’ordigno sarà infine fatto brillare, in sicurezza, in una cava della Franciacorta. •.

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