Maxi progetto Concert Hall I comitati accusano i sindaci

Il procedimento  per stoppare il progetto, secondo i comitati e Legambiente, sarebbe a rischio per il mancato parere negativo dei sindaciQuella progettata era destinata a diventare una grande struttura con una capienza di 5.900 persone
Il procedimento per stoppare il progetto, secondo i comitati e Legambiente, sarebbe a rischio per il mancato parere negativo dei sindaciQuella progettata era destinata a diventare una grande struttura con una capienza di 5.900 persone
Il procedimento  per stoppare il progetto, secondo i comitati e Legambiente, sarebbe a rischio per il mancato parere negativo dei sindaciQuella progettata era destinata a diventare una grande struttura con una capienza di 5.900 persone
Il procedimento per stoppare il progetto, secondo i comitati e Legambiente, sarebbe a rischio per il mancato parere negativo dei sindaciQuella progettata era destinata a diventare una grande struttura con una capienza di 5.900 persone

Che fine ha fatto il progetto da 100 milioni di euro della Franciacorta Concert Hall di Erbusco? Dopo la bocciatura della Regione e la mozione di contrarietà della Provincia, il mega teatro da 5.900 posti con annesso auditorium da 460 spettatori e spazi per accademie di musica e danza, sale di registrazione, museo della musica e un albergo, è scomparso dai radar. Era la fine di aprile: il Pirellone aveva sottolineato un pacchetto di criticità ambientali e urbanistiche definendo la maxi struttura incompatibile con il delicato territorio di pregio della Franciacorta.

La Regione aveva sottolineato che il progetto non aveva le caratteristiche per rientrare nelle opere di pubblico interesse. Al sindaco di Erbusco e alla Moretti spa, promotrice dell’intervento, era stato richiesto di valutare una nuova collocazione del complesso in aree dismesse del comprensorio, o di ridimensionare la struttura. In entrambi i casi sarebbe stata necessaria la Valutazione strategica di impatto ambientale. Da allora l’iter si è apparentemente bloccato.

Ma, secondo Legambiente e il Comitato No Pf2, mancherebbe un «timbro» per certificare l’addio all’operazione, ovvero il parere di «Terra della Franciacorta», l’associazione che unisce i 22 Comuni per le politiche su ambiente e territorio. «Il presidente dell’associazione, Francesco Pasini Inverardi, ci aveva assicurato che entro giugno il consiglio di amministrazione si sarebbe pronunciato - si legge in una nota congiunta di Legambiente e No Pf2 -. Ma Pasini, recentemente contattato, ha affermato che Terra della Franciacorta non darà alcun parere. Una scelta sorprendente. Eppure il parere dei sindaci, pur se tardivo, è decisivo per evitare che la Concert Hall, uscita dalla porta, rientri dalla finestra».

Fra l’altro l 22 settembre i sindaci di Terra della Franciacorta si riuniranno per rinnovare le cariche: «Chiediamo che la valutazione del teatro sia inserita all’ordine del giorno dell’assemblea». Secca la risposta di Pasini Inverardi: «La valutazione del progetto è una prerogativa della Regione, che si è già espressa in proposito, così come la Provincia. La nostra associazione non ha strumenti tecnici, né può imporre paletti a iter di competenza di enti superiori. L’opera - prosegue entrando nel merito - mi sembra sia già naufragata da sola. Ufficialmente non siamo a conoscenza di una revisione dell’operazione o di modifiche sostanziali per allineare il progetto ai canoni fissati dalla Regione. Se poi, in veste di sindaco, qualcuno mi chiede se in Franciacorta sarebbe utile avere un teatro dico di sì, ma di dimensioni molto più contenute, al massimo di 500 posti». 

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