A caccia di bellezza in quota Assalto primaverile al Gavia

Ciclisti in movimento sul valico
Ciclisti in movimento sul valico
Ciclisti in movimento sul valico
Ciclisti in movimento sul valico

Le montagne di neve ai lati della strada (ben oltre i sei metri negli inverni più fortunati) che spesso in passato hanno caratterizzato l’apertura del valico a cavallo tra Valcamonica e Valtellina sono purtroppo un ricordo. Ieri, splendida mattinata nonostante le previsioni meteo, non appena sono state alzate le sbarre chiuse dallo scorso autunno, centinaia di turisti hanno preso d’assalto il Gavia e hanno potuto scorgere e fotografare col telefonino i rimasugli delle scarse precipitazioni invernali e primaverili solo in alcuni punti quasi alla sommità dei due versanti. Verso la Valfurva sono rimasti pochi pezzi di «muri bianchi» che a malapena superano i due metri, quasi tutti creati dalle turbine delle frese che una decina di giorni fa hanno aperto il passaggio. Ma per molte persone, in prevalenza ciclisti che hanno spinto sui pedali anche per più di un paio d’ore per arrivare ai 2600 e rotti metri di quota (da Pontedilegno e da Santa Caterina), che non avevano mai visto un simile spettacolo è stato un momento emozionante. «Ho fatto una fatica boia - confessa un trentenne pavese - ma non ho voluto perdere l’occasione di scattare un selfie con un muro di neve alle spalle: tra pochi giorni probabilmente se ne potrà vedere solo la metà». «È stata dura ma ne valeva la pena - dice con la poca voce rimasta una ragazza del Veneto - perché è la prima volta nella mia vita che arrivo in bici in un posto così spettacolare». In centinaia hanno fatto il loro debutto stagionale sul Gavia faticando con la due ruote muscolare o assistita. Molti di più lo hanno fatto comodamente seduti in sella a una motocicletta. «Non vedevamo davvero l’ora che aprissero - afferma una signora milanese in compagnia del marito -: questa strada è grandiosa, i paesaggi sono da mozzare il fiato e spesso salendo si ha anche la fortuna di poter ammirare a pochi metri stambecchi e marmotte». Una volta tanto gli utenti hanno indirizzato parole di plauso all’Anas, cui da qualche tempo è tornata in capo la gestione, per aver mantenuto fede alle promesse fatte destinando importanti risorse per la manutenzione straordinaria di questa splendida rotabile d’alta quota. Dove è stato possibile la carreggiata è stata allargata, parecchi muri di sostegno a valle sono stati rifatti ex novo, sono state posate nuove barriere di sicurezza e, finalmente, sul versante bresciano del passo non si incontrano più crepacci e profonde buche. «Un lavoro eccellente - riassume un motociclista - che speriamo possa contribuire a far calare il numero degli incidenti causati dal fondo stradale malconcio». L’unica pecca riscontrata ieri è stata la mancata accensione dei minuscoli led che servivano da guida ai ciclisti nella galleria. E qualche problema (di altra natura) lo stanno vivendo anche i rifugisti, alle prese con una grave carenza di personale. «Purtroppo i giovani non vogliono più salire quassù a fare la stagione - osserva amareggiato Federico Bonetta, titolare coi familiari della storica omonima struttura ricettiva al confine tra le due province -. Pazienza, ci rimboccheremo le maniche e anche quest’estate faremo il possibile».•. L.Febb.

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