Alberghi, è vietato chiudere Le nuove regole del Comune

di Claudia Venturelli
Darfo Boario Uno degli alberghi che hanno chiuso i battenti Un’altra struttura ricettiva «uscita» dal mercato turistico
Darfo Boario Uno degli alberghi che hanno chiuso i battenti Un’altra struttura ricettiva «uscita» dal mercato turistico
Darfo Boario Uno degli alberghi che hanno chiuso i battenti Un’altra struttura ricettiva «uscita» dal mercato turistico
Darfo Boario Uno degli alberghi che hanno chiuso i battenti Un’altra struttura ricettiva «uscita» dal mercato turistico

Turisticamente parlando, la scena di Darfo Boario non è esaltante: qui si contano 35 alberghi, e più della metà sono chiusi. Ma se il turismo legato al termalismo (un vero traino fino ai primi anni 2000) è storia passata, c’è una possibilità di rinascita per tutti. Il Comune vuole rilanciare infatti la ricettività con un progetto su tre livelli. «Il primo è quello che punta a salvaguardare gli alberghi e i posti letto che si trovano attorno al parco termale - spiega il sindaco Dario Colossi -: a queste realtà non verrà concesso il cambio di destinazione. Poi abbiamo detto ai proprietari di strutture chiuse o in dismissione che hanno a disposizione due strade: trasformare gli hotel in edifici residenziali pagando costi di costruzione e oneri di compensazione previsti dal Pgt, oppure puntare sulla ricettività leggera, per la quale l’amministrazione mette in campo sconti del 50% su questi oneri». La terza possibilità è legata al mondo della scuola, che pare richiedere numerosi posti letto per studenti e docenti. E in questo caso la sfida, anche sulla spinta delle nascenti summer school, è la trasformazione dei vecchi alberghi in bed&breakfast o mini appartamenti. «Chi investe su questo fronte avrà uno sconto del 50% sugli oneri e un contributo una tantum di cinquemila euro dall’amministrazione». A chi invece resiste nonostante le difficoltà (e sono tante per le 17 strutture che ancora risultano aperte) invece il Comune abbassa l’imu. «Una scelta che nei principi ha valore» per l’attuale minoranza, che da maggioranza aveva già accolto le richieste di cambio di destinazione di numerose realtà senza che fossero mai attuate (dalla richiesta sono previsti due anni di tempo per effettuare il cambio). «A mio parere, la vera sfida dell’amministrazione sarà quella di rilanciare il turismo con l’eredità che riceve dalla giunta Mondini - commenta Giacomo Franzoni de La Civica -: quegli otto milioni e mezzo di cui poco si parla e che serviranno a riqualificare completamente il parco termale, e gli oltre 400mila che il Comune ha a disposizione da quest’anno per la promozione turistica che arrivano da Ferrarelle per le acque minerali. Nella speranza - chiude Franzoni - che anche questa scelta possa essere condivisa in primis con gli enti dai quali Darfo oggi è completamente isolata e dagli operatori del territorio. Altrimenti il rischio è che si prepari una bellissima tavola imbandita ma che poi non ci siano gli ospiti a cena».•.

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