L’inclusione si mette a tavola e offre opportunità ai disabili

di Claudia Venturelli
La presentazione del progetto di collaborazione  tra cooperativa Azzurra ed i ristoratori camuni
La presentazione del progetto di collaborazione tra cooperativa Azzurra ed i ristoratori camuni
La presentazione del progetto di collaborazione  tra cooperativa Azzurra ed i ristoratori camuni
La presentazione del progetto di collaborazione tra cooperativa Azzurra ed i ristoratori camuni

L’inclusione si siede al tavolo di cinque ristoranti del territorio della Valle Camonica. Il progetto «IncludEAT» sposato dal «Beersaglio» di Costa Volpino, da «La Peppina» di Esine, «Aglio e Oglio» di Rogno, «La Suerte» di Gianico e «La Cuna del Lac» di Angolo Terme, è una rete che mette al centro la cooperativa Azzurra di Darfo Boario e i suoi ragazzi per «la ridefinizione e la sperimentazione di percorsi di inclusione supportata dai contesti e dagli educatori dei servizi Sfa (Servizio di Formazione all’Autonomia) e Cse (Centro Socio Educativo)», hanno spiegato gli ideatori alla presentazione del progetto ieri mattina a Darfo. Attorno non solo i ristoratori che hanno accettato la sfida, ma anche i clienti che si troveranno ad essere serviti da ragazzi diversamente abili, inseriti a tutti gli effetti nello staff dei ristoranti. «Tutto è partito dall’esigenza di trovare per le persone con disabilità che frequentano la cooperativa, e spesso ancora inserite in un percorso scolastico, dei luoghi di sperimentazione delle proprie autonomie sociali in contesti diversi da quelli sperimentati nei vari servizi di Azzurra», questo il significato dell’iniziativa per «mettersi alla prova», per tutti quei ragazzi che nel 75% dei casi scelgono un percorso scolastico con indirizzo ristorazione all’Olivelli Putelli di Darfo. «Per rendere possibile tutto ciò si è passati da una logica di attivazione di singole realtà alla creazione di un network di imprese con le quali condividere percorsi di formazione, addestramento e accoglienza di tirocini». Ognuno con il proprio compito, definito in base anche alle sensibilità oltre che alla formazione: lavorano in sala, all’accoglienza o in cucina. «Il lavoro di co-progettazione, infatti - ha spiegato la direttrice della cooperativa Eugenia Zanardini - ha permesso alle attività coinvolte di individuare, o co-costruire, spazi di integrazione adatti alle caratteristiche degli utenti dei servizi di Azzurra, ma al tempo stesso confacenti alle proprie esigenze aziendali e alle proprie peculiarità. In questo modo è stato possibile intercettare il crescente interesse che le imprese dimostrano verso i temi della responsabilità sociale favorendo una partecipazione pro-attiva». Una fase per ora sperimentale, che ha «l’obiettivo di aumentare le opportunità di inserimento con la creazione di un modello replicabile (eventualmente non solo nell’ambito della ristorazione) che permetta inserimenti capillari sul territorio, percorsi e mansioni adatti ai ragazzi e in continuità coi percorsi scolastici, che dia loro la possibilità di relazionarsi costantemente con molte persone». Ma anche di diffondere la cultura dell’inclusione, anche nei luoghi in cui si è meno abituati ad accoglierla. Il logo stesso richiama all’inclusività, della persona e del territorio con il richiamo alla rosa camuna. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di Vallecamonica Servizi. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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