Malghe aperte,
il «Silter» vive
il suo trionfo

di Lino Febbrari
L’esterno del caseificio Santa Apollonia di Pontedilegno «regno» del SilterOscar Baccanelli all’opera con la sua produzione
L’esterno del caseificio Santa Apollonia di Pontedilegno «regno» del SilterOscar Baccanelli all’opera con la sua produzione
L’esterno del caseificio Santa Apollonia di Pontedilegno «regno» del SilterOscar Baccanelli all’opera con la sua produzione
L’esterno del caseificio Santa Apollonia di Pontedilegno «regno» del SilterOscar Baccanelli all’opera con la sua produzione

Il post pandemia negli alpeggi camuni? Qual è la situazione nei luoghi in quota in cui gli animali sono stati trasferiti per i mesi estivi, e in particolare dei piccoli caseifici visitando i quali i turisti possono acquistare direttamente i prodotti della trasformazione del latte? «Stiamo lavorando bene, penso soprattutto perché la gente dopo i mesi del blocco vuole muoversi; vuole andare in giro e stare il più possibile all’aria aperta» afferma Oscar Baccanelli, storico conduttore della malga Santa Apollonia a Ponte di Legno, che comprende anche il caseificio didattico la cui realizzazione qualche anno fa è stata finanziata dalla Provincia e dagli enti comprensoriali valligiani e, dalla scorsa primavera, presidente del Consorzio tutela formaggio Silter Dop. Anche quest’anno i produttori consorziati propongono «Malghe aperte», un’iniziativa che, da luglio fino a metà settembre, vede protagoniste realtà agricole del Sebino e di tutta la Valcamonica. «Ogni settimana è possibile visitare una o più malghe; è possibile vedere come si conduce una mandria al pascolo e come si produce il Silter - continua Baccanelli -. Insomma, una giornata piena che si conclude con assaggi del re dei formaggi e di altri prodotti». A PROPOSITO di Silter, tutti i vostri consorziati stanno producendo le forme che andranno sul mercato tra diversi mesi...«Dovremmo ottenere un ottimo prodotto perché i pascoli sono in buone condizioni». Perché questo proidotto caseario è così ricercato dai buongustai? «Sono convinto che la qualità della filiera paghi. A partire dai nostri territori d’alta quota dove fioriscono numerose essenze spontanee e fiori che vanno ad arricchire le già peculiari caratteristiche dell’erba, e che danno un gusto particolare al formaggio. Per finire con l’accurata lavorazione del latte e la stagionatura che può durare anche un paio di anni». Poi c’è l’arte del casaro. «È vero - conclude il presidente del Consorzio -: ognuno di noi ci mette del suo per migliorare il prodotto». Tornando a Malghe aperte, esauriti gli appuntamenti di luglio, la serie di visite prosegue sabato con la malga Guglielmo di Zone, col Mortirolo di Monno il 16 agosto, col Cadino della Banca (il 17), con la Paglia di Gianico e col Bassinale di Artogne (il 22), con l’Arcina di Bienno e la Blumone di Breno (il 23) e con la Case di Viso (29 agosto e 13 settembre). Infine, per le malghe Foppella di Pisogne e Mignone di Borno le date sono da concordare con i gestori. •

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