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Temù, il sindaco Pasina verso la sfiducia: sei consiglieri pronti a rimettere il proprio mandato

di Lino Febbrari
In Comune si è aperta la strada all’arrivo di un commissario prefettizio
Temù
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C’è stato un terremoto politico a Temù e, dall’altra sera, in Comune si è aperta la strada all’arrivo di un commissario prefettizio. Con una mossa che ha stupito, non solo in paese ma in tutta la Valcamonica, durante la riunione del gruppo di maggioranza il sindaco Giuseppe Pasina ha comunicato la revoca (con effetto immediato) delle deleghe al suo vice Alberto Cattaneo, all’assessore Sergio Regola, al pro sindaco di Villa Dalegno Corrado Tomasi (rimosso anche dalla Fondazione Carettoni che gestisce la casa di riposo di Pontedilegno) e a Daniela Longhi, delegata al Consorzio Bim nel quale, dall’agosto del 2019, la consigliera esautorata siede nel consiglio di amministrazione. L’ente comprensoriale non dovrebbe però per questo subire ripercussioni, perché i sindaci di Vione, Mauro Testini, e di Ponte, Ivan Faustinelli, hanno assicurato la loro disponibilità a delegare Longhi quale rappresentante di una delle due realtà amministrative.

Cosa ne sarà del consiglio comunale

Appare sicuramente molto più complicato il futuro del Consiglio comunale, e allo stato dei fatti non si esclude che Pasina sia costretto a breve a lasciare il comando a un funzionario incaricato, dal prefetto di Brescia, a traghettare il Comune fino alle amministrative della prossima primavera. In effetti, diversi consiglieri di «Insieme per Temù» (il gruppo che ha primeggiato alle elezioni del 2019), ai quali si aggiungeranno verosimilmente quelli del gruppo di minoranza «Autonomia e cambiamento» guidati da Fabio Fogliaresi, intendono chiedere la convocazione urgente di un’assemblea consiliare per poter discutere e approvare una mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino.

Un mandato in saliscendi

Non è la prima volta, lo ricordiamo, che Pasina si ritrova (politicamente) sull’orlo del baratro, con la maggioranza di cui è alla testa finita in pezzi. È successo fin dall’esordio del suo mandato. Trascorsi pochi mesi, nel novembre del 2019, era caduta la la prima tegola: l'ex vicesindaco Riccardo Sandrini gettò la spugna adducendo come motivo dell’abbandono il fatto che «non condivideva più il percorso avviato in primavera», evidenziando in particolare che nel frattempo la programmazione aveva subito un cambio di rotta rispetto alle intese preelettorali.

Rientrata la mini crisi con la nomina a suo braccio destro di Alberto Cattaneo, nel maggio del 2021 Pasina si trovò alle prese con la rivolta di tre suoi consiglieri che sodalizzarono con l’opposizione per la questione dei mancati pagamenti della Sosvav, la società pubblica del teleriscaldamento. Anche questa tempesta si placò grazie a una parziale retromarcia del sindaco. Stavolta, secondo i bene informati, la spaccatura non sarebbe più sanabile e se Pasina non dovesse prendere atto di essere arrivato all’ultima spiaggia, rinunciando spontaneamente all’incarico, almeno sei consiglieri sarebbero pronti a rimettere il loro mandato facendo così mancare il numero legale per arrivare al termine della consiliatura.

Una crisi definitiva iniziata a luglio

La vicenda, che rischia di mandare tutto a rotoli, ha preso il via nello scorso mese di luglio in seguito a una richiesta di chiarimenti presentata in consiglio da parte di Fogliaresi e soci, e mirata al ruolo avuto negli ultimi anni dal primo cittadino nella Pro loco. In quella occasione la mozione era stata votata anche da alcuni esponenti di maggioranza, e l’ultima decisione di Pasina non sarebbe altro che una diretta conseguenza del sostegno dato dai suoi collaboratori ora sfiduciati alla richiesta di «Autonomia e cambiamento».

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