ritrovamenti preistorici

Il sogno degli amministratori: «Sarebbe bello esporre i reperti qui da noi»

La grotta nella quale sono stati ritrovati i resti preistorici
La grotta nella quale sono stati ritrovati i resti preistorici
La grotta nella quale sono stati ritrovati i resti preistorici
La grotta nella quale sono stati ritrovati i resti preistorici

Chissà se anche Masha e gli altri resti animali appena ritrovati a Cariadeghe saranno un giorno ospitati dal Mavs di Gavardo, il Museo archeologico della Valsabbia che già oggi accoglie scheletri più o meno completi di orsi e iene delle caverne e di millenari lupi e volpi. Presto per dirlo, ammette l'archeologa Cristina Longhi: «Adesso è prematuro - spiega - perché stiamo ancora ricostruendo la storia di quello che è stato trovato, e penseremo solo in un secondo momento a come raccontarla: valuteremo opportunità e proposte, senza alcuna preclusione, tenendo conto sia della legittima volontà di valorizzare il territorio che della possibilità di farlo, perché un'operazione culturale ben fatta richiedere impegni economici a lungo termine. Intanto speriamo di poter avere i fondi per continuare anche le ricerche sotterranee».

È dello stesso pensiero anche l'assessore Oscar Benedetti: «Se ci saranno i fondi - osserva - speriamo si possa proseguire con l'indagine conoscitiva di quella grotta e di altre cavità, per sapere se davvero c'è ancora altro da scoprire». Ma sul fronte espositivo, intanto, c'è già una proposta: «Un'idea, tutta da sviluppare - continua Benedetti - ma sarebbe bello che parte di quello recuperato possa essere esposto in una bacheca, in un piccolo spazio museale a Serle, magari alla Casina del Comune: sarebbe un regalo per i nostri concittadini, ma anche un punto d'interesse per visitatori e curiosi. Un modo per dare un altro valore aggiunto alle bellezze del nostro altopiano: non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche da quello archeologico». A.G.

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