Operaio ucciso dal tronco che stava tagliando

È una primavera terribile quella che si sta vivendo nella comunità di Bagolino. Una stagione appesantita da due drammi avvenuti nell’arco di poche settimane, nella stessa località e con le stesse cause. Il secondo si è verificato ieri, e anche stavolta a causare la nuova morte sul lavoro è stato un albero che doveva essere tagliato, e che ha travolto la persona che gli stava lavorando attorno: un giovane di 33 anni diventato padre da pochi mesi. La vittima si chiamava Daniele Salvini, e la sua morte è stata istantanea. L’incidente è avvenuto ieri mattina attorno alle 11.30, mentre Daniele, dipendente della Salvadori, un’impresa edile di Bagolino, era impegnato con altri colleghi a ripulire una zona boschiva che sovrasta la strada che dalla frazione bagossa di Cerreto arriva fino a Riccomassimo, un piccolo borgo nella confinante provincia di Trento. Lavori collegati a un più ampio intervento di sistemazione proprio della strada in questione. L’operaio stava abbattendo un albero con la motosega, quando improvvisamente il fusto, che presumibilmente aveva le radici marce, non abbastanza ancorate al terreno, gli è caduto addosso schiacciandolo. Questa sembra essere la dinamica più probabile dell’infortunio mortale, la cui ricostruzione è affidata ai carabinieri della stazione locale e agli ispettori dell’Ats; i quali dovranno non solo definire meglio la vicenda, ma anche verificare l’avvenuto rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Lo schianto è avvenuto sotto gli occhi dei colleghi del ragazzo, e il loro allarme ha fatto rapidamente arrivare in zona l’ambulanza da Bagolino, mentre l’elicottero partito da Brescia ha portato il personale medico sul posto che, calato dallo stesso velivolo, ha potuto solo constatare il decesso dell’operaio. La strada tra Cerreto e Riccomassimo è stata raggiunta anche dai vigili del fuoco di Storo, che si sono occupati di mettere in sicurezza l’area. Provocando incredulità e dolore, la notizia ha fatto rapidamente il giro del paese in vui la vittima viveva con la compagna Cristina e col piccolo Alex, il loro bambino di pochi mesi. In pochi secondi è stato travolto il futuro di una famiglia che si era costituita da poco. Daniele era una persona solare, molto attiva nella comunità: era uno dei vigili del fuoco volontari del paese, uno sportivo appassionato di motocross e sci molto legato a un numeroso gruppo di amici, e da poco, appunto, era diventato padre. Solo un paio di settimane fa don Paolo Morbio aveva battezzato il suo bambino e probabilmente domani dovrà celebrare il suo funerale. Come detto, in poco più di due mesi questa è la seconda vittima di un incidente sul lavoro sulle montagne del paese. Lo scorso 14 marzo, un infortunio dalla dinamica molto simile aveva ucciso il 52 enne, Massimo Fusi, trascinato a valle da un tronco che stava sramando proprio nella frazione Cerreto. Titolare di un’impresa artigiana nel campo dell’edilizia, stava lavorando in un bosco di sua proprietà in compagnia del figlio, e anche lui era morto sul colpo. Un paese che ancora non ha elaborato quel lutto ha dovuto incassarne un secondo dai contorni altrettanto gravi.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA