Tiro a segno, si riparte da zero con nuove analisi del rumore

di Alessandro Gatta
Gavardo L’edificio che ospita la sezione del Tiro a segno nazionale
Gavardo L’edificio che ospita la sezione del Tiro a segno nazionale
Gavardo L’edificio che ospita la sezione del Tiro a segno nazionale
Gavardo L’edificio che ospita la sezione del Tiro a segno nazionale

Tiro a segno anno zero: il Comune di Gavardo annuncia di aver già contattato l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, per (ri)attivare una procedura di verifica delle emissioni sonore della sezione locale del Tiro a segno nazionale; quella che ha sede in via Bortolotti. È il primo effetto pratico della sentenza del Tar del 26 febbraio scorso che, lo ricordiamo, aveva in gran parte accolto (a parte la richiesta di risarcimento danni) il ricorso presentato dai residenti, un centinaio di famiglie, da tempo riuniti nel comitato «Sotto la Paina», dal nome della vicina collina. Cittadini che da anni lamentano una «situazione insostenibile» a causa del rumore causato dagli spari. Se n’è parlato in consiglio comunale su sollecitazione dei consiglieri di minoranza Sara Nodari e Giancarlo Persavalli (della Lega), che hanno chiesto in un’interrogazione «se il sindaco intenda ricorrere in appello oppure adeguarsi alle richieste del comitato, ponendo limiti più stringenti all’attività del tiro a segno». «La giunta - è stata la risposta dell’assessore Angelo Bettinzoli - darà corso con propria deliberazione alle prescrizioni disposte dal Tar, riattivando il procedimento di verifica delle emissioni sonore. Il Tar ha inoltre condannato il Comune e il Tiro a segno a rifondere le spese di giudizio, per complessivi 6.500 euro». Poi la specifica del sindaco Davide Comaglio: «La sentenza non è stata appellata da nessuno (nemmeno dal Tiro a segno, ndr). In accordo con il nostro legale, abbiamo deciso di non fare appello in quanto non avrebbe comunque sospeso l’obbligo di natura precettiva, posto in campo all’ente, di riattivare il procedimento di verifica. Ci siamo dunque conformati alle disposizioni del Tar, indicando al nostro Ufficio tecnico di attivare la verifica dei limiti delle emissioni sonore, con richiesta urgente inviata all’Arpa». Nel ricorso al Tribunale amministrativo, i residenti avevano chiesto l’annullamento di ogni atto e provvedimento connesso alla valutazione delle emissioni sonore, oltre al risarcimento dei danni patrimoniali e non. Ma se questi ultimi come detto non sono stati accolti, la prima richiesta è stata invece recepita dai giudici, che hanno così annullato l’atto impugnato con il quale il Comune aveva dichiarato «l’insussistenza dei presupposti per emettere nei confronti del Tiro a segno provvedimenti impeditivi o limitativi dell’attività che si svolge nel poligono di tiro», condannando municipio e sezione locale del Tsn a rifondere le spese di giudizio ma, soprattutto, ordinando al Comune di «riavviare il procedimento di verifica del rispetto dei limiti delle emissioni sonore e adottare le determinazioni conseguenti». Già nel 2019, le valutazioni dell’Arpa avevano evidenziato (testuale) «che potrebbero esserci criticità sul rispetto di limiti per alcune modalità di utilizzo del poligono». In merito ai limiti da rispettare, concludeva l’agenzia, «si ritiene che i valori di riferimento normativo siano quelli della zonizzazione acustica». A seguito di quelle analisi, lo stesso municipio aveva incaricato un tecnico per un’ulteriore perizia, in cui era stato rilevato che «in ben 80 giornate si sono verificate violazioni delle fasce di rispetto». E adesso si ricomincia.•.

Suggerimenti