LE TERAPIE.

Vaccini anti-Covid:
entro un mese
dosi a 20 mila bresciani

di GIUSEPPE SPATOLA
La Regione: «Operazione per proteggere le prime 200 mila persone» Il Pd insiste sulla riforma della sanità: «Serve un cambio di passo vero»

Saranno oltre 200 mila, circa 20 mila nel bresciano (16 mila operatori sanitari e 6120 ospiti di Rsa e Rs), i coinvolti nella prima fase di somministrazione del vaccino anti Covid-19 in Lombardia, tra operatori sanitari, socio-sanitari e amministrativi degli ospedali pubblici, delle Rsa e ospiti di queste ultime. Anche nel Bresciano, secondo le previsioni della regione, i primi vaccini arriveranno fra la fine dell'anno e i primi di gennaio con i tempi che però sarano dettati dal commissario Arcuri e dal Governo. «Non sono acquistati da noi - hanno chiarito dalla regione per evitare polemiche su eventuali ritardi -. Regione ha segnalato il fabbisogno e le priorità». Intanto una nota della Direzione generale dell'Assessorato regionale al Welfare ha spiegato il piano di distribuzione del vaccino da fine dicembre. «Regione Lombardia lo ha già comunicato in seguito alla richiesta pervenuta dal Commissario Arcuri nell'ambito della predisposizione del piano di fattibilità della campagna. Si sta inoltre concludendo il conteggio anche degli operatori delle strutture ospedaliere private che saranno ugualmente coinvolti sempre nella prima fase». Insieme ai soggetti da vaccinare inizialmente, nello specifico 168.525 tra operatori sanitari, socio-sanitari e amministrativi di Asst e Rsa e oltre 57.000 ospiti delle residenze, è stata fornita - spiega la nota - nella comunicazione indirizzata al Commissario, anche la capacità di stoccaggio dei vaccini. All'occorrenza 11 Asst lombarde sarebbero pronte a stoccare le scorte nei congelatori -70°. È stata indetta anche la procedura di gara per l'acquisto e il noleggio di ulteriori 90 refrigeratori.Tutto mentre il Partito Democratico lombardo chiede che la discussione sulla riforma della sanità lombarda sia aperta e pubblica, portata dai tavoli del centrodestra alla sede propria della commissione sanità del Consiglio regionale. Nel frattempo, il Pd ha impostato una propria proposta che è di radicale cambiamento rispetto a un'organizzazione sanitaria regionale attuale che non ha retto all'urto della pandemia.«La pandemia ha mostrato tutta la fragilità del sistema sanitario regionale - ha spiegato questa mattina in conferenza stampa il segretario regionale Vinicio Peluffo -. La legge 23, voluta in via sperimentale da Maroni e portata avanti da Fontana, scadrà a fine anno. La tempistica ci restituisce la possibilità di cambiare in modo radicale e coraggioso la sanità lombarda. Per questo, già da luglio, come Partito Democratico Lombardo e come Gruppo regionale abbiamo costruito un percorso condiviso con medici, scienziati e amministratori locali per formulare una proposta alternativa. Per realizzare quella rivoluzione che secondo noi serve in questa regione occorrerà utilizzare risorse importanti, straordinarie, a partire dal MES e dal Recovery Fund».

LA PRIMA BOZZA di proposta è stata elaborata da e con il Gruppo regionale, e sarà quest'ultimo, al termine di una fase di discussione aperta, a portarla nelle sedi legislative regionali. «Ci confrontiamo su una proposta di modifica della governance della sanità lombarda - spiega il capogruppo del Pd in Regione Fabio Pizzul - ma l'obiettivo non è solo quello di correggere la legge attuale, vogliamo offrire ai lombardi per il 2023 una visione alternativa a quella attuale. Lancio un appello a Lega e alleati: escano dalle segrete stanze e si apra al più presto la discussione in commissione sanità».© RIPRODUZIONE RISERVATA giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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