Ask a Local, lo show «che vuole cogliere l’essenza del viaggio»

Sara Melotti: ha girato il mondo e ha un nuovo progetto («il Sogno con la s maiuscola»)La fotografa, storyteller, travel blogger e scrittrice ha origini camune

Ha scalato il Kilimanjaro., Ha fatto jujitsu con Rahul Ghandi., Ha capito che «La felicità è una scelta» (Piemme)., Ha messo in pratica tutto, cercando l’oltre., Brescia sa d’avere una storyteller incisiva come un «fuck!», vera come il silenzio?, Sara Melotti abita non lontana dal Castello ma preferisce vivere arroccata tra un thung chai e Porte Dauphine., Quando parla di sogni s’entusiasma, accompagna i palmi in anjali mudra, senza accorgersene, leggera., Chi l’ha incontrata per ascoltare quello «con la “Esse” maiuscola», talmente suo da diventarne estensione, aura, non ha potuto che annuire: «Il mondo è un posto molto più bello, complesso e sicuro di quello che ci fanno credere»: yes., «Lo popolano persone perlopiù buone che fanno il meglio che possono con quello che hanno»: yes., «Lasciatemele raccontare»: yes, please., Dopo anni globetrotter, youtubing literally everywhere, Melotti vagabonda più duro., «Ask a local» sarà la sua docu-serie, espansione della costola di «Quest for beauty», reportage tutt’altro che edonistico rivolto alle donne del globo, interrogate sul concetto di bellezza., Oggi s’è alla fase embrionale, ma già durante la raccolta fondi (per supportare il progetto basta un click su https://www.produzionidalbasso.com/project/sara-melotti-ask-a-local-a-quest-for-beauty/) ribollono anticipazioni stupevoli., Gli scarti rispetto a ciò che è già stato fatto sono l’affondo – sessanta minuti d’inchiesta, con ampio respiro poetico – e il mezzo: S.M.

(ri)nasce Canon in mano, «ma la fotografia, mezzo meraviglioso, non è adeguato alla profondità narrativa che cerco., “Ask A Local” è uno show che coglie l’essenza del viaggio, del viaggiare e del viaggiatore, uno show che cattura l’anima di un Paese mostrandolo attraverso gli occhi di chi lo abita: no bullshit, zero filtri o perbenismi., Insomma, voglio “ribaltare” lo spettatore»., La seria irriverenza di Anthony Bourdain, Godfrey Reggio o Darren Aronofsky, per intenderci, dentro un programma concettualmente inedito; soprattutto in Italia, dove le pellicole volentieri indugiano in visioni manichee della complessità, «mentre meraviglie e orrori coesistono, senza che immediatamente emerga il giudizio di “giusto” o “sbagliato”»., Affiancata dal team di Onymous Studios, Melotti, mira a «realizzare un prodotto multimediale che sappia restituire i contrasti, celebrare le differenze, individuare il simile per evidenziarne l’umanità»., Iniziando da Bhārat: «Perché l’India è la mia seconda casa., Perché l’India ti dà una sberla»., Il pilot prende forma, in carta e mente; sosta a Mumbai, a Bollywood, ritrae matrimoni indiani, intervista ex-spose-bambine, sorvola Dharavi, inginocchia a Varanasi., Ovunque, chiede cosa sia la bellezza, prende uno scatto e una benedizione insieme., «A Brescia, nel quartiere di San Faustino dov’è la mia home tiny home, abbiamo presentato “Ask a local” – racconta S.M., –, proiettando il video del crowdfunding, parlando di quello che già vediamo nelle nostre teste (e secondo me siamo riusciti a farlo vedere anche a loro): sold-out di persone entusiaste, provenienti da tutto il Nord, finanche da Zurigo., In questi tempi divisivi e polarizzanti, voglio portare il pubblico fuori dalla comfort-zone, mostrargli quanto è ricco e incredibile, brutale e splendido, questo strano posto chiamato vita., Nonostante le diversità, sotto sotto siamo molto più simili di quel che riteniamo; metterci nei panni degli altri, anche per pochi minuti, è la chiave per un mondo più humane».•., © RIPRODUZIONE RISERVATA

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