«Per la ricerca di un punto di vista diverso su un continente e su un paese così grandi e così poco narrati; per il valore politico di questi racconti fuori canone che dimostrano la quantità e la ricchezza delle storie ancora non raccontate in Congo e in tutto il continente africano; per aver voluto riconoscere nel lavoro - molto al di là della mera dimensione economica e produttiva - una dimensione in cui si sviluppa e si realizza la facoltà umana di progettare il futuro e di costruire comunità»., Queste le motivazioni che hanno convinto la giuria ad assegnare ad Antonio Spanò, regista milanese classe 1985, la quindicesima edizione del Concorso Nazionale Roberto Gavioli, promosso dal Musil - museo dell’industria e del lavoro di Brescia in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, Banca Santa Giulia e con l’adesione dell’Aici - Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane, premio intitolato al regista e produttore Roberto Gavioli e dedicato al cinema documentario che racconta il mondo dell'industria e del lavoro., La cerimonia si è svolta lo scorso weekend a Roma nell’ambito della seconda edizione degli Stati Generali dell’archeologia industriale., «Amuka., Il risveglio dei contadini congolesi», l’emblematico titolo del suo progetto: un’opera che è il coronamento di un lungo lavoro volto a documentare le rivendicazioni dei contadini di diverse aree del Paese africano., «Amuka è stato un viaggio di cinque anni in cui ho avuto la fortuna di poter raccontare il lavoro e le fatiche quotidiane di cinque contadini congolesi - ha commentato a caldo il regista -.
Il mestiere del contadino è il più antico del mondo e il mio film vuole essere in qualche modo un'ode a questo lavoro così duro quanto universale., Questo è un riconoscimento che condivido con loro e sono sicuro che saranno felicissimi di sapere che il loro lavoro è stato visto ed apprezzato»., Presieduta da Silvio Grasselli, la giuria - composta fra gli altri anche dal maestro Franco Piavoli - non ha avuto dubbi., Domani alle 21 altro appuntamento targato Musil: all'atelier di stampa d’arte Matrici Aperte, in via Capriolo, in città, verrà infatti presentato «Ancora una vita agra», podcast sul lavoro culturale oggi, a 60 anni dalla pubblicazione di «La vita agra» e a 100 dalla nascita di Luciano Bianciardi., Che a proposito del suo romanzo più famoso era solito dire fosse frutto di «una solenne incazzatura, scritta in prima persona singolare»., Promosso nell’ambito del progetto Matrice Lavoro Lombardia, il podcast è stato realizzato attingendo anche all’archivio di Fondazione musil e Fondazione Isec., Ne parleranno René Capovin (direttore Musil), Andrea Cegna (giornalista e autore) e Andrea Biffi (progettista culturale); in collegamento alcuni dei protagonisti delle varie puntate.•.