La magìa di Sokolov incanta il Grande: sono note da applausi

Grigory Sokolov: un’interpretazione che per il pubblico bresciano è stata di alto livello, con il concerto recuperato dopo l’indisposizione di maggioIl pubblico presente ieri sera al Teatro Grande per applaudire Sokolov FOTO ONLY CREW/Pierangelo Orizio

Sembrava volesse cominciare con qualche problema il Festival pianistico quando, con la nuova edizione già iniziata, veniva annunciato che l’indisposizione di uno dei beniamini del pubblico, Grigory Sokolov, l’avrebbe tenuto lontano dal palcoscenico del Teatro Grande., Poi l’annuncio del «recupero» della data ed ecco, ieri sera, la felice conclusione della vicenda davanti a un pubblico come sempre entusiasta e con un Grigory Sokolov non solo in perfetta forma ma che tra l’altro non ha voluto alterare di una virgola, o meglio di una nota, il programma previsto precedentemente, tanto che gli organizzatori hanno potuto utilizzare il programma di sala del 7 maggio., Quindi senza rispettare il tema del Festival di quest’anno, la prima metà del Novecento musicale; un’eccezione alla regola che non ha disturbato minimamente gli appassionati., Sokolov ha iniziato dunque la serata con quelle 15 Variazioni e Fuga op., 35 che Beethoven scrisse nel 1802 e famose col nome di «Eroica» per la loro vicinanza al clima della Sinfonia del genio di Bonn: dopo il clima cauto, quasi misterioso e la sorpresa dei tre colpi in «fortissimo» dell’introduzione ecco che Sokolov ha iniziato a inanellare su questa, come per magia, il gioco dei contrappunti che hanno portato al tema e a quel virtuosismo che ha lasciato intravedere nei vari episodi altre forme musicali come ad esempio il canone nella settima Variazione, ma lasciando il posto a momenti suggestivi e fortemente romantici, prima di arrivare in modo splendido non solo alla Fuga., Un’interpretazione, quella di Sokolov, che ha privilegiato soprattutto il carattere giocoso di questa bellissima serie., Ma la serata era appena cominciata, perché in arrivo c’era il mondo poetico dei tre Intermezzi op.

117 di Brahms, che subito hanno immerso la sala un clima particolare, con il primo brano ispirato a una ninna nanna, una vera e propria scena in cui la dolcezza dell’invito al sonno s’infrange sul tradimento e l’assenza del padre del bambino., Bellissima in particolare l’interpretazione da parte di Sokolov del secondo Intermezzo e dei suoi tre temi in un gioco perfetto, in un intarsio musicale che ha caratterizzato anche il terzo Intermezzo., Il finale di serata è stato poi caratterizzato da uno dei più geniali e visionari brani del Romanticismo musicale, quella Kreisleriana op., 16 di Robert Schumann che nelle sue otto Fantasie propone i tratti febbrili e fiabeschi del maestro di cappella descritto da E.T.A., Hoffmann: qui Sokolov si è letteralmente lanciato nel turbine iniziale che ha lasciato presto il posto a momenti solenni e d’intima sensibilità., Un imprevisto in prima galleria: una spettatrice ha avuto un malore, non grave comunque, e Sokolov non ha interrotto la sua prova: giocata tra concitazioni e sonorità misteriose l’ha terminata fra entusiasmo di un pubblico che l’ha applaudito come sempre in modo instancabile ma stavolta con una soddisfazione in più, quella di aver recuperato, si può ben dire in zona Cesarini, questo importante recital., Che si è concluso con la consueta messe di bis, inconfondibile firma di questo grande, generoso concertista.•., © RIPRODUZIONE RISERVATA

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