La Valcamonica e quel 7 maggio di due secoli fa

Il saggio di Mauro Berruti

La ribellione esplode il 7 maggio., Una «sommossa effimera» dall’ingloriosa fine., Un’accozzaglia improvvisata e malarmata contro un esercito di soldati professionisti ben addestrati., Siamo nel 1809, nel breve Regno italico., Napoleone Bonaparte - generale, console a vita e, «per volontà del popolo», Imperatore dei francesi - è ora Re d’Italia., Anche il bresciano è nelle sue mani; ma non tutti gradiscono., Molti si ribellano, come racconta «La rivolta antifrancese del 1809 in Alta Valcamonica» (Quaderni della Biblioteca Civica di Ponte di Legno, pp., 256, 12 euro)., L’attento studio - «ricerca certosina, lavoro encomiabile» scrive nella presentazione Giancarlo Maculotti - è di Mauro Berruti, avvocato civilista, specialista in Diritto del Lavoro, appassionato cultore di storia, soprattutto camuna., NELL’ALTA VALLE cresce l’insofferenza verso il «giogo francese», osteggiato sin dall’inizio - 1797 - quando soppianta il vecchio dominio veneto che alla Valcamonica - fin dal 1428 - riconosceva lo status privilegiato di «terra separata».

Nel rimpianto della gloriosa Serenissima, si disprezza «l’empio gallo dalle stolte idee rivoluzionarie», come si legge nel prezioso diario del parroco di Ponte di Legno, Gregorio Ambrosi., Sono dure da sopportare le novità degli occupanti: l’oneroso mantenimento delle truppe, il divieto delle cerimonie religiose fuori dalle chiese, le inedite tasse, i dazi; e - «dispiacere universale» - la leva obbligatoria che sottrae a campi e pascoli «la gioventù, per sacrificarla alla morte nelle Armate»., Protestano soprattutto le donne, le madri; ma contro «l’iniquo governo» ci sono tutti: pastori e contadini, artigiani, commercianti, religiosi e i pochi professionisti., E sono proprio due medici - Rossi e Favallini - a porsi a capo degli insorti nella rivolta che da Ponte di Legno si espande fino a Edolo, partendo dal Tonale dove sta il confine., È da là che - a «sobillare» i camuni - scendono i cattolicissimi «Tirolesi» della Val di Sole, fieramente antifrancesi come quel loro eroe Andreas Hofer la cui figura, insieme ai battaglieri Shützen, campeggia sulla copertina del libro., La discesa dei «Tirolesi» è la scintilla che infuoca gli animi e dà il via ai «gravi fatti d’arme» (cui partecipano anche i valtellinesi, venuti dall’Aprica)., Baite e fienili in fiamme, contadini e bestie in fuga., Violenze; particolarmente «efferate» quelle dei Gendarmi italiani (più «compassionevoli», i francesi)., La fine delle ostilità arriva presto; poi gli arresti, il processo, le assoluzioni (per tutti)., Mentre nel libro sfilano i protagonisti di questi dimenticati «eventi funesti» che - con dovizia di dati e documenti - Mauro Berruti porta alla luce., • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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