Quell’odissea di Lusetti da Brera alla prigionia: personale e universale

Immagine tratta da «Spettri di luce», mostra che fu allestita alcuni anni fa a Padernello: l’omaggio all’arte dello scultore bresciano Domenico LusettiDomenico Lusetti: foto dallo spettacolo «Lager XI-B», Padernello (2018)

Era il 19 maggio 1945 «Domenica di Pentecoste., È la ottantottesima domenica che siamo confinati in questa terra», si legge a pagina 309 del «Diario della prigionia» Lager XI-B dell’artista bresciano - apprezzato scultore, incisore e medaglista - Domenico Lusetti oggi ripubblicato nella versione originale stabilita dall’autore (Scholé - Orso Blu, 393 pagine, 29 euro)., La preziosa testimonianza inizia l’8 settembre 1943 al Tarvisio e - dopo la deportazione al campo di concentramento tedesco di Fallingbostel nei pressi di Hannover - si chiude il 31 agosto 1945 con un attesissimo: «Domani si parte per l’Italia»., Finalmente lontano dalla terribile oppressione nazista, verso l’abbraccio con la cara famiglia, sempre nel cuore, come attestano le Lettere allegate al Diario, firmate «Vostro Domenico»., Una «dolorosa odissea» - personale e collettiva - scritta su precarie carte e quadernetti segreti, riscritta dopo il rimpatrio con l’aggiunta di schizzi e disegni e la dedica alla moglie Ribes (Ribelles Maria Lorandi); l’amata compagna di vita che a sua volta affida la «nobile e coraggiosa testimonianza» del marito al docente e studioso di storia Paolo Corsini, che onora la consegna con questa accuratissima nuova edizione., Nell’ampio saggio d’approfondimento introduttivo, Corsini ripercorre anche gli anni della formazione di Domenico Lusetti (1908-1971): l’infanzia e adolescenza vissute nel paese d’origine della Bassa bresciana, a Pontevico (luogo dello spirito ma anche dell’apprendistato, «riga, squadra e compasso»), gli esordi giovanili in città, l’esperienza milanese a Brera, le prime affermazioni e i riconoscimenti..., Un percorso di maturazione umana e artistica bruscamente interrotto dalla guerra., Richiamato alle armi, il sergente Lusetti, dopo l’armistizio, è catturato e deportato insieme a tanti altri militari.

Fame, freddo, umiliazioni e fatiche; «tanti lutti e oscuri martirii»., Con la fede cristiana a conforto e una tensione civile fatta di valori ideali inconciliabili col fascismo; sorretto da un’istanza etico-politica come «passione che impegna a non cedere, a Resistere»., È la verità «storica» che esce da queste pagine; ed è il riconoscimento della dignità di resistenti a quegli internati militari troppo a lungo condannati al «limbo della memoria»., Importante contributo di conoscenza, e di coscienza, così utile nella smemorata «società dell’oblio» di oggi dove la «presentizzazione del tempo» cancella il futuro e riduce il passato a un fast food di eventi e privati ricordi, tra vuota retorica e deformazione propagandistica., La storia è documento, è perenne ricerca e - lo attesta il Diario di Lusetti - «lezione di moralità», scrive il curatore Paolo Corsini che giovedì 19 maggio alle 17.45 presenta il libro alla Pinacoteca Tosio Martinengo., All’incontro di presentazione al Moca parteciperanno il sindaco Emilio Del Bono, l’assessore regionale Stefano Bruno Galli e Nicola Labanca, dell’Università di Siena., Modera Stefano Karadjiov, direttore della Fondazione Brescia Musei., •., © RIPRODUZIONE RISERVATA

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