Memorabilia stracult dalle profondità del 1994, pochi mesi dopo l’attentato (fallito) a via Fauro., Tutt’altro contesto nel frangente: sempre Roma ma in diretta dallo studio 1 del Centro Safa Palatino, nel vortice nazionalpopolare di «Non è la Rai», incalzato da Ambra Angiolini a sua volta incalzata via auricolare da Gianni Boncompagni., «Senta, con le ragazze com’era lei?»., «Ero grasso., Oggi i ragazzi sono tutti alti 1.80, io sono uno degli ultimi della media italiana., I chili in più erano una discriminante, quindi ero uno che si preparava a crescere per poi prendersi qualche rivincita…»., E se ne sarebbe presa più d’una., Poi sempre Ambra: «Un consiglio per chi vuole fare televisione?»., Risposta: «Imparare!, La televisione è una bellissima bicicletta: se te la danno una volta vai, se cadi cadi., Nessuno ti aiuta a risalire., Quindi bisogna avere angoscia, avere paura, temere di non farcela, però misurarsi con la cosa»., Due lettere - tv - alle quali Maurizio Costanzo, per decenni un autentico punto di riferimento catodico e non solo, si è sempre rivolto con un «tu» confidenziale.
Professionista rispettatissimo, oltre che assiduo e inossidabile (il suo Maurizio Costanzo Show ha collezionato quasi 5mila puntate!), ieri è stato ricordato tra pensieri, aneddoti e fotografie dai tantissimi amici, compagni di avventura o d’incontri estemporanei con assonanze bresciane., Luca Serafini, ad esempio, ha riavvolto il nastro in odore di carta stampata e giornalismo d’altri tempi: «Ero uno studente in vacanza che ambiva a fare il giornalista., Lui dirigeva 'L’occhio', gli scrissi per chiedere di collaborare., Mi rispose dandomi appuntamento in redazione., Mi è bastato quell’incontro per capire che credeva davvero nei giovani, nel suo mestiere., Il suo modo in tv ha fatto scuola»., Intenso e commosso l’abbraccio di altri mattatori televisivi della golden age, come Umberto Smaila, che dai suoi profili social ha postato una foto con sorrisi sgargianti e didascalia minimalista a corredo: «Con il mio caro amico Maurizio Costanzo quando giravamo Buona Domenica… Mancherai»., Atmosfera malinconica anche nelle parole di Jerry Calà, «profondamente addolorato per l'improvvisa scomparsa di un uomo unico e irripetibile che ho avuto la fortuna di avere da giovane come mentore., Mancherà a tutti gli italiani, da sempre affezionatissimi a lui»., Che avrebbe sdrammatizzato con una punta d’ironia, lasciando i cattivi sentimenti fuori dalla porta., In più situazioni, perfetta sintesi del suo stile, aveva sottolineato sagacemente: «Io non odio., È troppo faticoso ricordarsi giorno dopo giorno chi e perché».•., Elia Zupelli