LONTANI DAL PAESE

Conta solo il seggio a zero i contenuti

A due settimane dallo scioglimento della Legislatura, pochi sono coloro che ancora non hanno inteso il portato e le conseguenze del Rosatellum, formula elettorale a vocazione maggioritaria e uninominale, il cui unico voto esprimibile dal cittadino si rifletterà anche per i candidati presenti nelle liste a quota proporzionale., Una legge dal sapore tipicamente italico, dove – per non accontentar nessuno – si sono scontentati tutti., D’altronde l’abbiamo già sperimentata nel 2018 e gli esiti non sono stati felici, se si pensa che nell’ultimo lustro abbiamo conosciuto tre esecutivi con tre maggioranze totalmente differenti e indirizzi politici altrettanto lontani tra loro., Gli effetti deleteri di questo sistema, tra l’altro, saranno potenziati dalla riduzione del numero degli eletti e dall’allineamento del requisito dell’età per godere dell’elettorato attivo, ora ridotto a 18 anni anche per il Senato della Repubblica., Da ciò deriva la corsa ad accaparrarsi il collegio più blindato (ossia quello in cui una coalizione – dati storici alla mano – è pressoché certa di garantire l’elezione), come la miglior posizione nel listino proporzionale (i primi in lista hanno la matematica certezza di essere nominati)., Logica conseguenza di questa situazione è che al momento la principale preoccupazione degli attori politici non sia direzionata sulle questioni tematiche o programmatiche, bensì sul delicato problema delle alleanze, tutti alla ricerca della migliore collocazione personale, effetto di ipotetici equilibri interni e di esiti probabilistici.

Stiamo assistendo a balletti al limite dell’imbarazzante, di accordi creati su tavoli differenti, in quanto i politici coinvolti mal volentieri si siederebbero tutti assieme, dove gli esclusi da questi giochetti pare lo facciano non per convinzione, bensì perché con loro nessuno ritiene utile apparentarsi., Superfluo sottolineare come tutto questo non fa che allontanare la politica dalle reali esigenze del Paese che – sempre più intimorito dalle crisi pandemiche, economiche, internazionali – avrebbe necessità di risposte ricche di contenuto, di programmi strutturati, di prospettive di lungo orizzonte, di speranze, frutto di ideali condivisi e di esperienze comuni., Invece le questioni contenutistiche sembrano sempre più marginalizzate e fragili, improvvisate, se non trasformate in mero elemento di contrattazione., Il paradosso è che tali divisioni non sembrano colorare i vari blocchi politici che si fronteggiano, ma si riversano e si amplificano anche e soprattutto all’interno delle coalizioni stesse, facendo presagire un’enorme difficoltà di governabilità, in quanto rinviano a futuri momenti strategie che dovrebbero piuttosto essere definite in via prioritaria proprio in questa fase., Come se ciò non bastasse, a tutto ciò si aggiunga una scelta verticistica dei nomi dei candidati, la cui decisione sarà in capo ai leader politici e ad altre pochissime persone, non aiutando in questo modo la ricerca della qualità, la connessione del candidato con il territorio, l’effettivo consenso costruito negli anni., Pare quasi che la crisi che ammanta da tempo la politica non sia più l’eccezione alla regola, ma ne sia diventata la regola stessa.

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