IL PUNTO SUL PNRR

I miliardi dell’ue che stiamo sprecando

Inutile farsi illusioni., Senza una rimodulazione della spesa e, soprattutto, un nuovo accordo sulla lista delle opere comprese nel Pnrr, difficilmente l’Italia potrà portare a casa l’intera dote di 200 e passa miliardi stanziata dall’Unione europea., I ritardi sono evidenti e, a questo punto, irrecuperabili., A fine 2022, a quattro anni dall’inderogabile scadenza del giugno 2026, eravamo riusciti a spendere solo il 6% delle risorse., Per tagliare il traguardo dovremmo realizzare opere nei prossimi tre anni assegni per circa 150 miliardi, quasi 5 miliardi al mese., Irrealistico per un Paese dove le infrastrutture pubbliche continuano a marciare al rallentatore, con un tempo medio di circa cinque anni per un cantiere che supera i 100 milioni di euro di lavori., Certo, il governo e il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto, ce la stanno mettendo tutta per semplificare e accorciare i tempi di attuazione., Hanno anche avviato un confronto con la Commissione europea per spostare su altri capitoli di spesa i progetti che già oggi sono oltre il punto di non ritorno., Basti pensare ad alcune infrastrutture autostradali, che richiedono la realizzazioni di gallerie impossibili da costruire in appena due o tre anni., O, ancora, ad alcuni progetti relativi all’innovazione digitale o al mercato del lavoro.

Ma a far scattare l’allarme rosso sull’attuazione della montagna di progetti nata con il Pnrr (pari a circa 180 mila) sono soprattutto le capacità di spesa degli enti locali, a cominciare dai Comuni.
Ai municipi infatti è affidato circa un quarto del Pnrr, più o meno 50 miliardi., Che salgono a 70 considerando anche la quota delle Regioni., Soldi che rischiano di restare nei cassetti., Nonostante la forte iniezione di semplificazioni e snellimento delle procedure contenute nel decreto Pnrr che ha appena ricevuto il via libera del governo., La verità è che le amministrazioni periferiche non hanno le risorse tecniche e professionali sufficienti per fare fronte alla sfida del Pnrr., Mancano i tecnici, gli ingegneri, i manager, in una parola, i professionisti necessari non solo per progettare ma anche per fare un bando di gara e seguire, passo dopo passo, l’iter del progetto., Eppure, il Piano nazionale di ripresa e resilienza avrebbe anche potuto essere l’occasione per rafforzare le nostre amministrazioni, ringiovanire i nostri travet, accelerare il turn over delle competenze e per trasformare una volta per tutte la nostra macchina burocratica., Ora, il tempo a disposizione per cambiare marcia e dare a Comuni e Regioni gli strumenti necessari per rendere operativa la spesa si è quasi del tutto esaurito., Vedremo se il governo riuscirà a trovare il modo di salvare il salvabile e non disperdere buona parte delle risorse assegnate., In ogni caso abbiamo, forse, già perso un’occasione storica per rendere più efficiente la nostra amministrazione pubblica e per dare finalmente risposte concrete e adeguate ai bisogni dei cittadini e dell’intero Paese.

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