SU RATZINGER

Il dialogo fecondo tra fede e scienza

Ora che il clamore mediatico su Benedetto XVI si va placando, può essere il momento propizio per riprendere un passaggio del suo testamento spirituale, che tocca un tema a prima vista, ma erroneamente, eccentrico o marginale., Scrive Ratzinger in quel documento che sintetizza la sua parabola di credente, studioso e pastore: «Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità»., Si intuisce la caratura del fine teologo che tutti gli riconoscono, compreso chi ha espresso idee diverse dalle sue., Colpisce che colui che coniò la fortunata definizione «dittatura del relativismo» (in quell’indimenticabile omelia del 18 aprile 2005, vigilia dell’elezione a Pontefice) sia la stessa persona che, dall’alto di una statura culturale-filosofica con pochi eguali negli ultimi decenni, afferma «il limite della portata» delle affermazioni della fede., E lo fa proprio grazie a un fecondo e serrato confronto con le scienze naturali., Dunque, non solo scienza e fede non sono antitetiche, ma l’una ha bisogno dell’altra, a patto di rispettare la specificità dei rispettivi ambiti e metodi.

Il Papa tedesco lo riaffermò, con la sua inconfondibile chiarezza, il 6 aprile 2006, rispondendo alla domanda di un giovane romano che gli chiedeva «come fare per armonizzare scienza e fede»., Disse Ratzinger in quell’occasione: «La matematica come tale è una creazione della nostra intelligenza: la corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell’universo – che è il presupposto di tutti i moderni sviluppi scientifici e tecnologici, già espressamente formulato da Galileo Galilei con la celebre affermazione che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico – suscita la nostra ammirazione»., Ebbene., Così come la partecipazione popolare ai funerali ha smentito l’immagine di un Papa intellettuale solitario e non amato dalla gente, così questo richiamo fortissimo al dialogo fecondo tra fede e scienza che Benedetto XVI pronuncia in punto di morte fa a pezzi la caricatura di un Ratzinger arroccato su posizioni anti-moderne, anti-scientifiche e via dicendo., Rappresentazione che forse fa comodo a qualche tradizionalista nostalgico o no vax, ma non rende giustizia alla verità., Al contrario, specie in una terra come il Bresciano – che ha fatto della scommessa sull’innovazione la sua carta vincente – andrebbe riscoperta e valorizzata, proprio sulla scia del magistero di Papa Benedetto, la vera natura del cristianesimo., Che, come tale, non teme la scienza e, anzi, vuole e sa dialogare con tutte le espressioni della razionalità dell’umano.

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