Metà legislatura e l'ombra del voto

A pochi giorni dalla riapertura delle Camere abbiamo superato la boa di metà legislatura, ma ancora non sappiamo quanto sia lungo il percorso che le resta e da cosa sarà caratterizzato., Non si può escludere alcuna ipotesi, anche se la più probabile è quella di un voto nel 2017 che seguirebbe l'eventuale conferma popolare (con il referendum del 2016) della riforma istituzionale oggi in cantiere., Non mancano, però, le voci di corridoio su elezioni già in autunno o nei primi mesi del 2016: la crisi potrebbe arrivare all'improvviso se il disegno di legge costituzionale si bloccasse in Senato., I tempi tecnici per andare alle urne prima di Natale non ci sono, perciò, nell'ipotesi più estrema, si finirebbe per votare a fine febbraio come nel 2013, conclusa la sessione di bilancio., In realtà, soprattutto in Senato, quasi nessuno vuole una nuova e rischiosa campagna elettorale: molti temono di non tornare a Palazzo Madama., Le voci di crisi non aiutano il Ncd a trovare compattezza, diviso fra la prospettiva di andare al voto con Renzi o tornare con Forza Italia e Lega., L'uscita della De Girolamo è il sintomo di questo disagio: il premier dovrebbe preoccuparsi anche dei suoi alleati centristi, non solo della minoranza del Pd.

Sono i primi effetti dell'Italicum: sebbene destinato ad entrare in vigore solo a metà del 2016, il nuovo sistema elettorale sta già spingendo i leader a escogitare alleanze in vista di «liste omnibus» (il premio di maggioranza, infatti, è al partito, non alla coalizione)., Il problema non riguarda il M5S (non intende allearsi) e neanche tanto il Pd (gli alleati confluiranno nella lista dei Democratici) ma interessa il centrodestra, dove è tutto ancora in alto mare., Se Berlusconi sembra tentato di proporre uno scambio fra il sì alla riforma del Senato e l'introduzione del premio alla coalizione sull'Italicum, Salvini cerca di chiudere prima possibile i confini di un centrodestra a trazione leghista (con l'ex premier candidato ministro degli Esteri), in vista delle comunali a Milano, ma anche delle eventuali politiche., Nel frattempo, il premier resiste alle richieste della sua minoranza, forse per saggiare fin dove i «dissidenti» intendono spingersi pur di far passare i propri emendamenti sul nuovo Senato., Chiudendo agli emendamenti sul bicameralismo e rilanciando il taglio delle tasse, Renzi sembra aver delineato i cardini (istituzioni, economia) di una campagna elettorale., Tutto in un quadro confuso, come in attesa di un «deus ex machina» che sblocchi la situazione.,

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