LA RIFLESSIONE

Se la morte in diretta diventa spettacolo

Ma era proprio necessario vedere quella cabina in arrivo alla funivia del Mottarone per poi sobbalzare all’improvviso, tornare rapidamente indietro e precipitare nel vuoto?, Che cosa aggiunge al sacrosanto diritto-dovere di essere informati il video che mostra gli ultimi istanti degli ignari 15 passeggeri (sia pure, almeno quello, con i loro volti oscurati), inghiottiti dalla tragedia?, Qual è il confine fra conoscenza e morbosità, tra condivisione del dolore e la sua spettacolarizzazione, fra il rispetto per la morte almeno quanto quello per la vita?

Sono tutti interrogativi purtroppo non peregrini, dopo che il Tg3 - peraltro ripreso da altri telegiornali e siti - ha mandato in onda le immagini-choc dell’incidente del 23 maggio scorso., Immagini che fanno parte dell’inchiesta e che hanno indotto la stessa Procura di Verbania a diffondere una nota per sottolineare «l’assoluta inopportunità della pubblicazione» delle drammatiche sequenze «per il doveroso rispetto che tutti siamo tenuti a portare alle vittime, alle famiglie, a un’intera comunità»., Ma il primo a essere «profondamente colpito» dalle immagini trasmesse è il presidente della Rai, Marcello Foa, che invita il servizio pubblico a «riflettere su tutte le implicazioni» dell’accaduto., Mentre infuria la polemica politica e parlamentari di opposto orientamento, dal Pd alla Lega, si dicono sgomenti per la messa in onda del video, bisogna ricordare che l’angoscioso dubbio - trasmettere per onore segue a PAG.7

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