leonessa

Siccità e alluvioni, un rituale agreste

Acqua Padre, che il convento brucia!, E allora giù acqua mandata dai cieli celesti, sebben rannuvolati: ma tanta, troppa!, Ed è qui che l’invocazione, come è d’uso, si inverte: troppa grazia, Sant’Antonio!

Dal troppo al troppo poco, dalla siccità alle alluvioni, dalla sete riarsa all’annegamento, nell’una e nell’altra, in penuria e in eccedenza, è a qualcuno che sta in alto che ci si rivolge: al Padre celeste, ai Santi., Oppure, come è più secolare, al governo e alla Regione, come nuove e più pratiche divinità: che provvedano a dare acqua nell’asciutto e asciuttezza nel bagnato, ma comunque, soprattutto, a dare fondi e indennizzi., È il caso odierno degli agricoltori bresciani: chiedevano aiuto nella siccità estrema, lo chiedono sotto le bombe d’acqua., Perché è così, da sempre.

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