Olio, Brescia vince con l'eccellenza «ma è un patrimonio da tutelare»

Brescia è da sempre al top nel comparto dell’olio con Garda e Sebino andre

«Siamo arrivati all'eccellenza, ma ora il rischio potrebbe essere quello dell'abbandono di un patrimonio inestimabile».,
QUESTE le parole con le quali Silvano Zanelli, presidente dell'Aipol (l'Associazione dei produttori olivicoli lombardi), ha commentato i risultati della prestigiosa guida «Flos Olei 2013» che, nei giorni scorsi, ha reso nota la classifica mondiale delle migliori aziende del settore: una graduatoria che vede Gianfranco Comincioli di Puegnago svettare nella lista delle sette prime insegne, con un punteggio record di 98 punti., Non solo: la storica agricola benacense è presente anche nella lista dei The Best 20 con il premio per il miglior packaging assegnato al denocciolato «Numero Uno»., Sul podio sono salite altre tre realtà gardesane: Cavazza di Manerba (91 punti), Il Brolo di Polpenazze (88) e Giacomini di Gargnano (86)., Risultati importanti, quindi, dietro i quali si nascondono i problemi di un comparto che, per sopravvivere, chiede più attenzione, meno burocrazia e strategie a tutto campo per la promozione., Una riflessione alla quale l'Aipol, in collaborazione con il Centro studi San Martino, ha dedicato nel 2012 un convegno i cui atti sono stati stampati e presentati nelle sale della Fondazione Civiltà Bresciana.

«Si tratta di un importante documento che abbiamo voluto rendere noto per ricordare a tutti il ruolo preponderante che l'olivicoltura ricopre da sempre sul territorio - spiega Zanelli -., Ma per difendere questa grande eredità è necessario lavorare per sviluppare l'economia agricola dei territori vocati, come i laghi di Garda e d'Iseo, facendo dell'olio un volano per il turismo accanto al vino., L'alternativa di lungo periodo potrebbe essere l'abbandono, con risvolti pesanti in termini economici e ambientali destinati a ricadere sull'intera comunità».
L'IDEA DEL convegno è maturata lo scorso anno quando la Regione Lombardia ha deciso di eliminare l'obbligo di denuncia per l'estirpazione degli oliveti: il provvedimento, come ricordato da Innocenzo Gorlani della Fondazione, «potrebbe essere in contrasto con una legge dello Stato che sancisce l'obbligo di tutela legislativa della pianta dell'olivo come patrimonio fondamentale del territorio italiano»., Questo è stato lo spunto per sensibilizzare politici e amministratori locali sul ruolo di salvaguardia ricoperto dal comparto in zone che altrimenti potrebbero finire in stato di degrado., Dagli atti è emersa la fotografia di un settore al quale in provincia sono dedicati 2.000 ettari, per un totale di oltre 530 mila piante dalle quali 2.500 produttori ricavano annualmente 40 mila quintali di olive e oltre 5.000 quintali di extravergine di assoluta qualità., «In Valtenesi c'è persino una crescita delle piante messe a dimora - ha concluso Silvano Zanelli -., Un segnale che lascia ben sperare, ma che ha bisogno di essere incoraggiato, non ostacolato».
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