Disney pensa «chinese» Molto più di una furbata

American Born Chinese Kelvin Yu, 2023

Si potrebbe pensare che la Disney, tirando in ballo i premi Oscar Michelle Yeoh e Ke Huy Quan (oltre a Stephanie Hsu), stia provando a cavalcare l’onda di «Everything Everywhere All at Once»., E in effetti in parte è così., Però «American Born Chinese», la nuova serie tratta dalla graphic novel di Gene Luen Yang, non è solo un clone paraculo da buttare in pasto allo streaming.

C’è molto, molto di buono., L’ambientazione da teen drama liceale è perfetta e sa di anni Ottanta/Novanta; la parte mistico-cinese-kung fu quanto basta-wuxia a manetta, con la presenza del Monkey King in persona (che ha ispirato anche la saga di Dragon Ball, che non a caso spunta dalla libreria del protagonista), è spassosa e ispirata; la radiografia della vita di un adolescente nato da immigrati cinesi, per l’ennesima critica al sogno americano visto dalla minoranza asiatica, non pesa troppo e riesce persino a essere convincente (dalla radio della madre del nostro eroe a un certo punto escono le note di una canzone di Teresa Teng, «Tian Mi Mi», che è una specie di secondo inno nazionale cinese)., Voto: non male., Il vostro lato nerd vi ringrazierà.

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