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Baggio-Guardiola «Quante emozioni Grazie Brescia»

Roberto Baggio, 44 anni: 95 presenze e 45 gol tra il 2000 e il 2004

Roberto Baggio, Pep Guardiola e la mozione degli affetti., Nel corso della trasmissione «Dedicato a...» di Auro Bulbarelli, andato in onda su Rai Sport 2 e incentrato sul centenario del Brescia, i due grandi campioni parlano del periodo trascorso in biancazzurro., Lo fanno con gli occhi lucidi, ricordando gioie e dolori.,
Il Divin Codino (dal 2000 al 2003 con Carletto Mazzone, poi una stagione con Gianni De Biasi) spiega che l'operazione è nata da una telefonata di Mazzone: «Mi ha chiesto se ero disponibile ad andare a Brescia - ricorda Baggio, intervistato a Coverciano -., Per me era la soluzione più giusta, avevo la possibilità di rimanere vicino alla famiglia., Carletto e il presidente Gino Corioni erano personaggi che mi davano una certa fiducia., Non ho mai considerato importante la categoria nè il blasone della società., L'obiettivo principale: far divertire la gente».
«IL PRIMO ANNO siamo partiti male - prosegue Baggio -., Tanti ragazzi si affacciavano alla serie A: Mazzone è sempre stato convinto delle nostre qualità, ha avuto ragione., Con lui si è creato un rapporto eccezionale., Devo essergli grato, perchè mi ha dato la possibilità di continuare col calcio., Insieme, a Brescia, abbiamo fatto qualcosa di straordinario».
Poi è arrivato Guardiola: «Grandissimo., Come giocatore e come persona»., E se Moratti insistesse per portarvi all'Inter?, «Il Pep ha i suoi collaboratori, non ha bisogno di nessun altro accanto., Ma la vita è imprevedibile, può succedere di tutto».
Una rapida digressione nerazzurra, per tornare subito al 2002: «Avevo segnato 8 gol in 8 gare., A Parma, in coppa Italia, ho riportato la rottura dei legamenti, sono stato operato.

Volevo tornare per conquistare un posto ai Mondiali in Giappone, e nelle ultime 3 giornate ho firmato altre 3 reti., Ma non è bastato a convincere il ct Trapattoni., Ho provato un'amarezza infinita».
È commosso, Baggio, quando parla della scomparsa di Mero, avvenuto nel 2002 in un incidente stradale: «Ripensando a Vittorio mi viene ancora adesso il magone., Sono cose che non ti aspetti, arrivano come mazzate in mezzo agli occhi., Spaventoso».,
E CHIUDE soffermandosi sulle ragioni del suo ritiro: «Convivere col dolore dall'età di 18 anni non è semplice., Diventa sempre più difficile., Al mattino mi alzavo senza sapere quale delle due ginocchia (entrambe sottoposte a interventi chirurgici; ndr) facesse meno male., Il lunedì e il martedì trascorrevo le giornate con le borse del ghiaccio, sperando di rimettermi in piedi per la doppia seduta del mercoledì., No, non potevo continuare così., Non allenarsi coi compagni è abbastanza umiliante».
Da ultimo gli auguri al Brescia centenario: «Spero che torni nella massima serie il più presto possibile - afferma Baggio -., La società sta lavorando bene, dispone di una rosa con molti giovani promettenti., L'importante è che i tifosi restino vicini alla squadra., E un applauso infinito alla famiglia Corion»".
Sfuma l'immagine del Codino ed ecco Guardiola, che interviene da Barcellona, dove ha creato la squadra probabilmente più forte di tutti i tempi, con Messi, Xavi, Iniesta e compagnia: «Quando posso torno a Brescia a ritrovare gli amici - assicura, ed è vero: lo ha fatto anche un mese fa -., Lì io e la mia famiglia siamo stati bene., Sento Baggio., E ogni tanto telefono a Mazzone, che mi ha spiegato molte cose: una fortuna, averlo conosciuto., Quello che rimane, al termine di ogni esperienza, è il rapporto con le persone».

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