Se fosse un bomber, com’era il suo allenatore Pippo Inzaghi (e che bomber!), di certo Massimo Bertagnoli avrebbe di che reclamare per il gol che gli stanno togliendo nelle classifiche marcatori: la deviazione sul tiro di Nikolas Spalek che ha dato 3 punti nel derby con la Cremonese porterebbe a 4 le sue prodezze sotto porta dall’inizio della stagione., E lo renderebbe il capocannoniere del Brescia in tandem con un centravanti come Stefano Moreo., Mica male, per chi a Brescia era arrivato col compito di fare legna in mezzo al campo., Corsa e chiusure, più quantità che qualità: questo ci si aspettava da Bertagnoli., Che invece si sta rivelando l’affare dell’estate, arrivato a parametro zero per il fallimento del Chievo dov’era diventato, lui veronese di Lugo, calciatore vero., In teoria doveva essere carta di riserva in una mediana piena di big: Bisoli, Cavion, Ndoj, Jagiello..., giusto per restare nel suo ruolo di interno/mezz’ala/mediano., Peraltro Bertagnoli è utilizzabile anche come terzino., Non a caso il suo modello è sempre stato Florenzi: uno che «sa stare dove lo mettono»., Impressionante la crescita sotto la guida di Inzaghi di un ragazzo timido e di poche parole, sguardo da buono, abnegazione totale., Il movimento senza palla fa per lui, la sua vocazione agli inserimenti lo rende prezioso per variare il tema offensivo.
La riprova dalla doppietta decisiva di Vicenza, festeggiata sotto la curva dei tifosi biancazzurri in trasferta: una doppia prima volta da incorniciare allo stadio Menti per un giocatore che si è silenziosamente ritagliato un posto al sole nello scacchiere della capolista., Titolare inamovibile, visto che Inzaghi di lui non si priva praticamente mai: 13 presenze su 13 giornate, saltando solo 179 minuti su 1.170., In media gioca 76’ a partita (senza contare i minuti di recupero)., La rete con cui ha contribuito al 2-2 di Frosinone il 20 settembre ha preceduto la gioia con la Cremonese (23 ottobre) e i due colpi da maestro di Vicenza (storia di tre giorni fa e vittoria per 3-2)., Il secondo, in particolare, con una finta prima del tiro degna di un consumato trequartista, è la dimostrazione dei progressi compiuti in questi primi mesi di Brescia., Ma anche dei margini ulteriori di quello che può diventare un pezzo pregiato sul mercato., Ventidue anni, jolly del centrocampo: quanti ce ne sono in giro come lui?, Il Brescia se lo tiene stretto., Ed è una seconda vita per chi era cresciuto con i colori del Chievo sulla pelle: quando firmò il primo contratto da professionista, disse che il suo sogno era «diventare il capitano» della sua squadra di Verona., Quei colori ha dovuto svestirli e si è ritrovato a doversi ricostruire., Una seconda chance: c’è chi sa coglierla per rinascere e stare anche meglio di prima.•., © RIPRODUZIONE RISERVATA