LA PANCHINA

Brescia Calcio, Clotet in bilico. Forse a Perugia l’ultima spiaggia

Pep Clotet, 45 anni: è vicino all’esonero-bis dal Brescia FOTO ONLY CREWDavide Possanzini: ha 46 anni

È confermato, ma traballa. Rimane, ma rischia. In questo Brescia confuso e infelice la questione-allenatore è uno dei nodi meno complicati da sciogliere. La situazione di Pep Clotet, seduto su una panchina che scotta, non è troppo diversa da quella vissuta in passato dai vari Roberto Boscaglia, Diego Lopez o Eugenio Corini, che a differenza degli altri però ha trovato il modo di vincere un campionato: l’unica gioia finora in 6 stagioni di era Cellino. Il destino del catalano è probabilmente quello di tanti suoi colleghi a Brescia, nella casa del presidente mangia-allenatori per eccellenza: per invertire la tendenza deve riuscirgli un mezzo miracolo in termini di risultati.

Il problema però è il quadro d’insieme, a tinte così fosche da far temere che la C non sia solo l’iniziale che accomuna i cognomi di presidente e allenatore. Ed è sul quadro nel suo complesso che Cellino dovrà incidere, disegnando in fretta le strategie giuste per evitare che la caduta libera degeneri in retrocessione. Non è dato sapere se le mosse del presidente - prevedibilmente attivo sul mercato negli ultimi due giorni di sessione invernale - investiranno la guida tecnica da subito, o fra qualche giorno, o dopo la trasferta di Perugia (in ogni caso ultima spiaggia per Clotet). Il catalano, due sconfitte consecutive e una manovra dalla pochezza disarmante da quando è rimontato in sella al posto di Alfredo Aglietti (ingiudicabile, lui, visti i pochi giorni avuti a disposizione), al momento di andare in stampa è ancora ufficialmente l’allenatore del Brescia. E può davvero darsi che Cellino voglia dargli l’ultima chance in Umbria.

L’armonia fra i due, però, appare un ricordo. Il presidente, che nel pomeriggio potrebbe parlare alla squadra, è deluso dai giocatori, che stanno rendendo molto al di sotto delle loro potenzialità, ma anche dal tecnico che ha portato e lanciato in Italia quand’era per il nostro calcio un perfetto sconosciuto. L’approccio fu ottimo, una splendida cavalcata da subentrato fino al primo ostacolo play-off (ko con il Cittadella: si poteva fare meglio). Emigrato alla Spal, è stato esonerato a stagione in corso. Tornato a Brescia, è di nuovo partito fortissimo (a settembre era primo in classifica), ma dopo la scoppola di Bari (6-2) si è involuto in un gioco più prudente, poi prevedibile, infine inesistente.

Può questo Brescia rialzarsi e ripartire, dopo sconfitte avvilenti come quelle con Frosinone e Como? In discussione anche gli equilibri interni con la vecchia guardia: sabato Clotet ha rinunciato per quasi un’ora a Ndoj e per tutta la partita a Bisoli, la cui fascia è finita al braccio del pupillo Viviani. Scelte risultate deleterie. Cellino dovrebbe attenderlo al varco della sfida di Perugia, ora come ora da affrontare con un solo centrale disponibile (Adorni). Se romperà gli indugi prima, anziché richiamare Aglietti il presidente potrebbe affidarsi alla soluzione interna: il vice Gastaldello (legato a Clotet, ma anche fedelissimo di Cellino) o più probabilmente l’emergente Possanzini.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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