SERIE B

Il Brescia si spegne dopo una fiammata: addio sogni di gloria

L'esultanza iniziale, le speranze e la delusione dei biancazzurri: addio alle speranze di promozione

I play-off restano stregati, il Monza ancor di più. Ben 5 eliminazioni su 6 agli spareggi-promozione, 3 sconfitte e un pareggio nei 4 confronti stagionali con i biancorossi che in finale sfideranno il Pisa. Per il Brescia sarà ancora Serie B e la delusione è troppo fresca per pensare, con dolore misto a rabbia, a un progetto che ricomincerà daccapo. Nella triste serata in Brianza, ci si era illusi che il Brescia potesse farcela a vincere con 2 reti di scarto. La fiammata iniziale è accecante: doppio miracolo di Di Gregorio su Tramoni e Bertagnoli e, sul corner, stangatona vincente di Tramoni.

Non basta ancora ma stavolta davvero chi ben incomincia, è a metà dell’opera. Serve un altro gol e c’è tutto il tempo, c’è l’inerzia della partita. Ma dopo la fiammata, il Brescia inizia a spegnersi. Combatte, è vivo ma non incide più. Il Monza, fino a quel momento in trincea, minuto dopo minuto, azione dopo azione sprigiona tutta la sua tecnica, la classe, la panchina lunghissima da cui Stroppa può attingere tranquillamente. E a spegnere definitivamente la fiammata diventata via via sempre più flebile, è un nuovo entrato, Mancuso, al primo pallone toccato.

A completare l’opera un altro panchinaro, D’Alessandro, quando la stagione biancazzurra è ai titoli di coda. Al di là dell’epilogo della semifinale, l’amaro in bocca rimane per cosa si è buttato via prima, in campionato. Questa squadra aveva tutto per centrare la promozione diretta ma ha perso troppi punti in casa, non ha saputo essere incisiva nei momenti chiave. Non è la doppia semifinale con il Monza il maggior motivo di rimpianto. Se in 4 confronti stagionali mai si è vinto e anzi si è perso 3 volte, qualcosa vorrà pur dire e la differenza, più che il misero punticino in campionato a favore dei brianzoli, la fanno gli investimenti massicci di Silvio Berlusconi, e la giornata di ieri per l’ex premier è stata calcisticamente trionfale tra il suo Monza in finale e lo scudetto del Milan di poche ore prima.

Ma questo interessa poco, per non dire nulla al popolo bresciano. Ora interessa sapere i contorni dell’ennesima rivoluzione estiva. Il direttore dell’area tecnica Francesco Marroccu oggi è atteso a Verona dalla sua nuova squadra, l’Hellas. E poi: che fine farà Corini? E se non resterà chi sarà il nuovo allenatore? Liverani? Javorcic, fresco di promozione in B con il Sudtirol e con lui arriverebbe come direttore sportivo il bresciano Bravo? Pecchia, appena dimessosi dalla Cremonese dopo averla portata in A?

L’ultima partita della stagione è presto raccontata. Il Brescia inizia benissimo, passa dopo 7 minuti con Tramoni ma per tutto il resto della gara non fa a sufficienza per mettere in bilico l’esito della doppia semifinale, pesantemente indirizzato dall’1-2 dell’andata al Rigamonti. Il Monza attinge dalla panchina e ribalta il punteggio con Mancuso e D’Alessandro. Stavolta Palacio non si vede (ma pervché togliere Tramoni?), i cambi di Corini non cambiano alcunché, i minuti finali diventano disperazione, un consegnarsi al contropiede dei biancorossi che, al 94’, vincono pure la partita e volano in finale. I play-off restano stregati, il Monza di più. La palla passa a Cellino. Da oggi si riparte per ricostruire. Nel 2022-2023 per il Brescia sarà ancora Serie B. La casa per niente dolce. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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