Inzaghi: "Esonerato via email, mi tutelerò. A Brescia dico: grazie dell'affetto"

Filippo Inzaghi saluta: non è più l'allenatore del Brescia

Ecco la lettera di saluti che Filippo Inzaghi ha postato su Instagram salutando Brescia e i bresciani

"Nove mesi fa sono arrivato a Brescia carico di voglia di fare, di ritornare in una piazza calda per costruire qualcosa di bello in due anni di progetto; mi era stato chiesto un consolidamento della squadra in Serie B con un sogno playoff, dal quale era nato l’impegno della società a non esonerarmi qualora la squadra fosse rimasta fra le prime 8, ad evidenziare che se si fosse raggiunto quell’obiettivo nulla avrebbe potuto togliermi il posto.

Chi mi conosce sa che sono ambizioso, pertanto dentro di me il sogno dei playoff è diventato un obiettivo di partenza. Perché io sono fatto così: se non rendo e non faccio rendere al mille per mille divento pazzo... E così è stato! Sono stati mesi di costruzione, di duro lavoro, di conquiste, di inaspettati primi posti.
Tra me e la città è stato subito amore... Calorosa, discreta e mai caotica mi ha accolto come una famiglia! A Brescia è nato mio figlio e qui staremo per un po’.

Assieme all’enorme rammarico per questo esonero, comunicato con una fredda e-mail senza nemmeno una telefonata, lascio un gruppo splendido che mi sono sudato, lascio un treno in corsa che non avrei mai voluto lasciare, ma lascio soprattutto un pezzo di me dentro ad ognuno dei miei giocatori che spero si ricorderanno che il calcio si basa sul rispetto, sulla professionalità, sull’appartenenza e sull’amore verso questo sport.

Mi sarebbe piaciuto divertirmi e arrivare fino in fondo a questo anno incredibile... Ma si sa! Anche questo è il calcio, fatto di alti, di bassi e di colpi di scena. Dopo 30 anni nel calcio che conta continuo ancora a stupirmi. Amo questo sport anche per questo! Finisce questa avventura così... Senza alcun rammarico; con grande dignità lascio il testimone a chi verrà dopo di me augurandogli ogni vittoria possibile per questa città che merita davvero tanto. 

Ci tengo però a concludere con una riflessione che verrà approfondita nelle sedi competenti. Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori soggetti a obblighi, doveri e diritti. Sottoscriviamo contratti come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e soprattutto i doveri. Trovo assurdo che in una Repubblica fondata sul lavoro le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra. Ma sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta arrivi sempre la quiete.

Grazie di tutto Brescia e grazie a tutti voi bresciani.

Ad maiora, Pippo" 

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