il ricordo

Dalla Fodestal al Mondiale: Elena ci ha incollati davanti alla Tv

La gioia di Elena Fanchini dopo la prima vittoria in Cdm a Lake Louise

Elena Fanchini era la nostra Deborah Compagnoni. O il nostro Alberto Tomba, i 2 campioni azzurri che hanno incollato davanti alla Tv milioni di spettatori durante le gare di sci alpino. Elena come la sorella Nadia e Dada Merighetti. Per un decennio, e fino a pochi anni fa, la valanga rosa era targata Bs. E non c’era fine settimana, non c’era appuntamento che si perdeva quando scendevano loro. Nei mesi invernali si organizzavano apposta i turni di lavoro sulle loro gare. Di Elena si ricorda soprattutto l’argento in discesa libera ai Mondiali di Bormio-Santa Caterina Valfurva nel 2005. Il «nostro» Angiolino Massolini alla vigilia lo aveva detto durante una telefonata da Santa Caterina con la redazione sportiva di Bresciaoggi: «Guardate che Elena è molto ispirata, l’ho vista: se devo puntare su un’italiana a medaglia, scommetto su di lei».

Un pronostico di Angiolino, ancora oggi punto di riferimento di Bresciaoggi per le discipline invernali (oltre che per il ciclismo), era più di una garanzia. Il giorno dopo, in gara, ecco quello che per tanti era un vero e proprio miracolo sportivo. Non per noi, forti di quella previsione. Ma davanti alla Tv, quando scendevano Elena, Nadia e Dada, il tifo delle redazione sportiva di Bresciaoggi diventava da stadio, Coppa del Mondo, Mondiali o Giochi olimpici invernali.

Elena, nata a Lovere nella Bergamasca, era bresciana di Montecampione. La prima volta che l’abbiamo vista dal vivo negli anni ’90, durante una sciata a Montecampione. Sulla Fodestal, una delle piste storiche della località camuna che a vederla metteva i brividi, così ripida e piena di gobbe, erano stati piantati dei paletti. Due ragazzine erano pronte a partire, seguite da un signore che, si seppe, era papà Sandro, che lavorava alle seggiovie, e da alcuni maestri. Sfrecciò prima Elena, poi Nadia: Sabrina, la sorella numero 3 della dinastia, evidentemente era ancora troppo piccola.

La curiosità giornalistica portò a chiedere chi erano quelle bambine che sfrecciavano tra i pali con una velocità, una potenza ma anche una grazia e uno stile da campionesse consumate. Ci fu risposto che campionesse lo sarebbero diventate presto: alle qualità innate univano la passione e la costanza nella preparazione. Massolini confermò tutto e fu (quasi) subito valanga rosa targata Bs. E nel vederle protagoniste sulle piste di tutto il mondo, quel flashback di una trentina di anni fa alla Fodestal viene alla mente di continuo. Ora non restano che i ricordi, in primis del sorriso di Elena che bucava lo schermo e faceva breccia nei cuori. Ci ha tenuto incollati davanti alla Tv, ha scandito le ore in redazione e le mattine in viaggio per lavoro, in cerca di notizie sui suoi risultati. Ci ha reso orgogliosi di essere bresciani. Era la nostra Compagnoni. Anzi, molto di più. •. 

Suggerimenti