L’IDEA

Brescia Calcio, ora spunta l'idea dell'azionariato popolare

Massimo Cellino, 66 anni: è presidente del Brescia dal 10 agosto 2017Torna l’idea di azionariato popolare per il Brescia: a rilanciarla l’avvocato Alberto Scapaticci. La squadra biancazzurra, penultima nella classifica della Serie B, rischia seriamente di retrocedere in Serie C ONLY CREW

L’avvocato Alberto Scapaticci non è solo uno dei maggiori penalisti bresciani. È anche un tifoso doc del Brescia. E come tutti coloro che vivono e respirano biancazzurro, soffre maledettamente questa situazione (sportivamente) drammatica: le 7 sconfitte consecutive e lo spettro della Serie C che aleggia in maniera sempre più consistente anche tra i sostenitori più accaniti.

Con un post su Facebook, Scapaticci rilancia l’idea di azionariato popolare: «Io e il mio amico Altobelli vorremmo promuovere un’iniziativa di azionariato popolare per restituire il Brescia Calcio ai bresciani - si legge nel post -. Si tratta di cercare finalmente di passare dalle parole ai fatti, posto che l’attuale presidente ha manifestato di voler cedere la società da lui presieduta».

Non un progetto campato per aria: l'esempio è il Sudtirol

La proposta arriva dopo il messaggio che Massimo Cellino ha affidato a Bresciaoggi: «Fuggire in questo momento sarebbe vile - la sintesi del presidente -, ma vorrei che i nostri tifosi supportassero la squadra dandogli la possibilità di superare questo clima di terrore che si respira e a superare questo brutto momento. Personalmente vi garantisco di levare il disturbo quanto prima». Interpellato dal nostro quotidiano, l’avvocato Scapaticci conferma tutto: «Non è un progetto campato per aria - assicura -. Ne ho parlato con Altobelli in più di un’occasione: l’esempio è il Sudtirol. Ci sono 300 persone della città di Bolzano che sostengono la squadra e le permettono di fare un figurone in B. Perché da noi non può succedere?».

Il Brescia va affidato a chi ne ha a cuore le sorti

Scapaticci assicura di essere mosso «dalla passione e dall’amore per i colori biancazzurri. Ho fatto parte del Brescia ai tempi della presidenza Baribbi. Ricordo che allora si potevano fare l’abbonamento per 5 anni: costava 5 milioni di lire, 2.500 euro di adesso, era un investimento. Feci un affare, perché lo sottoscrissi in C e in 2 anni mi ritrovai in A. Inutile protestare contro i Cellino di turno o sperare nell’avvento di proprietà straniere. Il Brescia va affidato non solo a chi ha possibilità, ma soprattutto a chi ne ha a cuore le sorti. Io, nel mio piccolo, sono disposto a fare un sacrificio economico per la squadra per la quale tifo fin da bambino». Altobelli preferisce aspettare gli eventi: «Prima di tutto mi auguro che il Brescia si salvi - si limita a dire l’ex centravanti biancazzurro -, poi per qualsiasi progetto a serio sono a disposizione». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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