L’emozione olimpica
di Elena Fanchini
«Ci sarò con il cuore»

Elena Fanchini: sempre il sorriso sul volto della campionessa di Montecampione DA FACEBOOK BATCH

Fermata dalla malattia a un passo dal record: Elena Fanchini vedrà i Giochi Olimpici di Pyeong Chang davanti al televisore dopo aver conseguito il pass per la sua quarta partecipazione dopo Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014. Nessun atleta era riuscito a guadagnare la convocazione per quattro Olimpiadi: lei c’era riuscita ma purtroppo da qualche giorno ha iniziato un’altra gara molto più importante. Che vincerà perché ha talmente tanta di quella determinazione in corpo che niente e nessuno possono scalfire. Elena, che in questi giorni si sta recando alla clinica Humanitas di Rozzano per la terapia decisa dai sanitari, appena torna a casa si tuffa nel mare della tranquillità, insieme alla sua famiglia. E quando ha un attimo di scoramento ci sono anche i cuginetti Manuel e Tomas di sei e quattro anni a farla tornare a sorridere. Miracolo dell’amore, miracolo dell’affetto che lega le famiglie Fanchini e Alessi.

ED È NATURALE che pensi anche alle Olimpiadi che avrebbe affrontato per quarta volta. Debuttante a Torino 2006 dove concluse ventinovesima la discesa libera e squalificata in supergigante; ci riprovò a Vancouver 2010 dove uscì di scena in libera, chiudendo quattordicesima in supergigante; infine il dodicesimo posto in discesa a Sochi 2014 e il ritiro nello slalom della combinata alpina. Sei gare con due piazzamenti importanti. Che avrebbe migliorato quest’anno, visto e considerato che in Coppa del Mondo a Lake Louise ha subito sfiorato il podio: «Ma come ho già dichiarato numerose volte resto ottimista: so che dovrò farmi forza ma con il sostegno dei familiari sono convintissima di potercela fare e ripresentarmi al cancelletto di partenza l’anno prossimo». Destino crudele quello della vostra famiglia che ha dovuto affrontare eventi sfortunati nelle immediate vigilie di campionati del mondo e Olimpiadi: «Purtroppo abbiamo dovuto fare spesso i conti con la sfortuna. Ci siamo però sempre riprese nonostante i diciassette interventi subiti da me e le mie sorelle Nadia e Sabrina. Abbiamo una grande forza morale che ci permette ogni volta di risollevarci. Sarà così anche questa volta perché non mi sono mai sentita così forte. E soprattutto con tante persone vicino che mi sostengono e mi danno una gran forza».

IL 17 E 21 FEBBRAIO si correranno supergigante e discesa libera ai Giochi. Come vivrà questi eventi? «Con un’emozione particolare: quando Nadia uscirà dal cancelletto di partenza credo mi sentirò mancare. Cosa farò per superare l’emozione? Abbracciando i miei cari e se scenderanno alcune lacrime non mi vergognerò, anzi sarò fiera di esternare il mio stato d’animo».

IL RICORDO più bello dei Giochi? «Tutti i momenti trascorsi alle Olimpiadi hanno segnato la mia vita: non si può spiegare quello che si prova durante la manifestazione più prestigiosa del mondo. Ricordo con grande emozione quando mi hanno consegnato le divise olimpiche: una più bella dell’altra. Quello che sognavo da bambina quando ho iniziato a sciare è diventata splendida realtà. E sono sicura di riprovare quelle sensazioni e emozioni tra qualche tempo quando tornerò a gareggiare». Ai Giochi coreani dove può arrivare Nadia? E che consigli si sente di darle? «Ha le carte in regola per conquistare qualsiasi risultato. Ha talento da vendere e ogni traguardo non le è negato. L’ha ampiamente dimostrato a Sochi 2014, a Val d’Isere 2009 e Schladming 2013 quando ha concluso quarta, terza e seconda. I consigli per fare bene? Di sciare come sa e alla fine tireremo i conti. So che avrà una carica particolare e sono certa riuscirà a stupire il mondo anche questa volta». In questo periodo in cui è impegnata nel day hospital all’Humanitas trova il tempo per sentire la sorella? «Guai se non fosse così. Ci sentiamo spesso perché vuol sapere tutto quello che faccio. La nostra è una famiglia vecchio stampo dove tutto viene diviso: sia le cose belle che quelle brutte. e soprattutto siamo certi che dopo un periodo negativo dove le ombre si addensano sulle nostre teste, ne segue uno più positivo che mai».

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