Crisi di Governo


Conte alla Camera: «Situazione non facile. Ho fiducia nei parlamentari e nel Paese»
18 gennaio 2021
   

Il premier Conte alla Camera
AGGIORNAMENTO ORE 11.45 - Il premier Giuseppe Conte alle 12 sarà nell'Aula della Camera. Il dito puntato contro Matteo Renzi non ci sarà. Ci sarà, invece, un forte richiamo alla responsabilità, all'importanza di tenere saldi i legami con l'Ue, alla necessità di lavorare insieme per la ripartenza di un'Italia mai chiamata a così tante sfide in così breve tempo.

«Si parla nelle sedi opportune, nelle sedi istituzionali». Così Conte, intervistato da Fanpage.it prima di arrivare alla Camera per le comunicazioni sulla situazione politica. Quando gli viene chiesto se sarà ancora a Palazzo Chigi tra due giorni, Conte risponde: «Dipende dai parlamentari». Infine, quando gli viene chiesto se ha fiducia nei parlamentari risponde: «Ho fiducia nei parlamentari e nel Paese». «La situazione non è affatto semplice, c'è una crisi. Speriamo di uscirne rapidamente», ha detto ancora Conte ai microfoni del TG2.

 

ORE 9 - È arrivata l'ora della sfida in aula per il premier Giuseppe Conte dopo la rottura con Matteo Renzi che ormai appare insanabile. Il premier si presenterà alle 12 alla Camera e domani mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo. Nonostante anche Nicola Zingaretti abbia fatto appello alle «forze democratiche, liberali e europeiste» ad un unità «per salvare il paese», i numeri soprattutto al Senato sembrano garantire, anche con l'astensione di Iv, una maggioranza relativa, che basta per tenere in piedi il governo ma non a risolvere i problemi. 

Ma se alla Camera Iv mostra crepe - dopo Vito De Filippo oggi anche Michela Rostan annuncia che voterà la fiducia - al Senato il gruppo di Matteo Renzi al momento tiene. E non appare all'orizzonte, dopo che l'Udc si è sfilato, un gruppo di costruttori in grado di garantire una maggioranza assoluta al Senato, dove si giocherà la vera partita. I numeri certi a Palazzo Madama, a quanto emerge anche dopo un vertice di maggioranza con il ministro D'Incà e i capigruppo, parlano di 151 senatori. «Il mio obiettivo non è mai stato cacciare Conte ma non sarò compartecipe di disegni mediocri, voteremo le misure che servono al paese ma non siamo in maggioranza», chiarisce Renzi impegnato a scrollarsi di dosso lo stigma di chi ha aperto la crisi al buio. Ma per il Pd e M5s la colpa della crisi porta solo il nome dell'ex premier.


«Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili», è l'impegno di Luigi Di Maio mentre M5s ripete ancora una volta per voce di Vito Crimi, Alfonso Bonafede e dei capigruppo M5S, che «Renzi ha fatto una scelta molto grave che ha separato definitivamente le nostre strade».

Sta a guardare al momento il centrodestra, che in questi giorni, con vertici continui, ha ribadito la compattezza della coalizione da Fi all'Udc. «Per Fratelli d'Italia l'unica via percorribile rimane la stessa: elezioni subito. Basta perdere tempo», sostiene Giorgia Meloni mentre Antonio Tajani assicura che il centrodestra è «pronto a governare». Ma d'altra parte anche il Pd esclude il coinvolgimento «di una destra nazionalista e populista». 

«Sarebbe un bene per il Paese se, invece di andare a caccia di responsabili, tutti insieme facessimo un progetto di riforme, tutti, da Conte a Salvini, da Berlusconi a Di Maio. Non un governo, ma le regole del gioco si scrivono insieme», ha detto in serata il leader di Iv, Matteo Renzi, a 'Non è l'Arena', su La 7.

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