I numeri.

Mercato europeo dell’automobile: l’Italia recupera quote di mercato

Continua inesorabile l’erosione del mercato europeo delle autovetture: a giugno le registrazioni di nuove auto nei 30 paesi UE più Regno Unito e EFTA, si sono fermate a 1.066.137 unità, -16,8% rispetto a 1.281.892 immatricolazioni di giugno 2021, il volume più basso per lo stesso mese., Con questo nuovo crollo mensile, il primo semestre archivia 5.597.656 auto, -13,7% e quasi 900.000 vetture in meno rispetto a gennaio-giugno 2021 chiuso con 6.485.862 nuove auto., Tra i cinque Major Markets, nel mese di giugno il Regno Unito segna la performance più bassa (-24,3% che per questo mese è la peggiore dal 1996), la Germania flette del 18,1%, la Francia è a -14,2%, in linea con -15% dell’Italia, mentre la Spagna limita la perdita a un calo del 7,8%., Nel cumulato del primo semestre è sempre la Spagna ad avere la perdita minore (-10,7%), mentre la performance peggiore è dell’Italia (-22,7%), seguita in ordine dalla Francia (-16,3%), dal Regno Unito (-11,9%) e dalla Germania (-11%)., Al di là dei dati percentuali, in termini di volumi l’Italia si conferma il quarto mercato tra i cinque maggiori sia nel mese sia nel cumulato del semestre., A giugno secondo i dati il nostro mercato recupera leggermente la quota di auto “alla spina” e tocca il 10,3%, ma resta ampio il divario con Germania, Regno Unito e Francia (con quote rispettivamente al 26%, 21,6% e 19,8%)., In Italia nel primo semestre la quota delle BEV è ferma al 3,6%, per il progressivo esaurimento dell’onda lunga degli incentivi 2021, mentre le ibride PHEV crescono al 5,4%.

Una situazione inversa rispetto agli altri 4 Major Market, dove si registra un aumento delle BEV dall’8,3% dei primi 6 mesi 2021 al 12,1% attuale, a fronte di un livello stabile delle PHEV a quota 8,6%., In Europa l’Olanda è tra i Paesi leader per auto elettriche, con una quota di auto “alla spina” al 30%., Sul ritardo dell’Italia nel mercato dell’elettrico Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE, afferma: «Per avere una capillarità della rete di infrastrutture di ricarica paragonabile all’Olanda, l’Italia necessiterebbe di 320 mila punti di ricarica pubblica, dotando, in particolare, autostrade e superstrade delle indispensabili colonnine fast charge, ma siamo ancora lontanissimi da questi livelli., Una situazione che frena pesantemente lo sviluppo del mercato dei veicoli alla spina., È assolutamente evidente la necessità di accelerare in modo massiccio l’infra strutturazione del Paese., A 14 mesi dal varo del PNRR, che prevede 750 milioni per le infrastrutture di ricarica pubbliche nel 2022-2026, manca ancora un puntuale cronoprogramma»., «Per le infrastrutture di ricarica private, invece - prosegue Andrea Cardinali – a distanza di quasi un anno dal Decreto 25 Agosto 2021 che stanziava 90 milioni allo scopo di incentivarne la diffusione, non sono stati ancora varati i necessari provvedimenti attuativi».