economia

Giovedì 8 giugno gli italiani finiscono di pagare le tasse

A distanza di 158 giorni dall’inizio dell’anno si celebra la liberazione fiscale. Lo studio, simbolico ma efficace nel rappresentare la pressione sui contribuenti, è della Cgia. Tanti sono i giorni, che scadono nel 2023 giovedì 8 giugno - domeniche incluse, per adempiere a tutti i versamenti fiscali come Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, addizionali varie, e tra gli altri i contributi previdenziali e quelli assicurativi.

Rappresenta comunque un dato migliorativo: rispetto al 2022 il tax freedom day di quest’anno “cade” un giorno prima. Dal 1995, la data del “giorno di liberazione fiscale” meno in là nel calendario si è verificata nel 2005. In quell’occasione, la pressione fiscale si attestò al 39 per cento e ai contribuenti italiani “bastò” raggiungere il 23 maggio.

All’interno dell’Europa, in termini di pressione fiscale, nel 2022 solo Francia e Belgio hanno registrato un dato superiore al nostro. Se a Parigi la pressione fiscale era al 47,7 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,1 per cento. Da noi, invece, ha toccato la soglia record del 43,5 per cento.

In termini di date giugno si presenta come un vero ingorgo fiscale: sono 115 le scadenze, mediamente 4 al giorno per l’intero mese tra scadenze, comunicazioni, versamenti, e dichiarazioni dovute.

In Italia e Lombardia

Per territorio le entrate tributarie si basano su di un carico pro capite medio per il paese di 9.500 euro. Per la Lombardia l’ufficio studi della Cgia ha elaborato su dati Istat 2019 in termini di importo pro capite una tassazione media nell’anno pari a 12,579. Alle amministrazioni centrali vanno poco meno di 10mila, a qulle regionali circa 1000, a quelle locali meno di 800 euro. 

In termini di peso pro capite peggio solo la provincia autonoma di Bolzano, con tasse versate per 13mila euro.

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