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Federica Maifredi: "Poche informazioni sul Covid"

Federica Maifredi dal Togo

Federica Maifredi è missionaria laica in Togo dove non ha fatto il vaccino, così come non lo ha fatto suo marito, Andrea Bosio, con il quale è in missione dal 2018., «Ho vissuto tutta la pandemia da qui – ricorda -., Quando in Italia, a marzo 2020, il Covid dilagava, qui non c’era, è arrivato qualche caso dopo un anno, ma le informazioni sono poche e con fonti non sicure nemmeno sui dati., Tutti i giorni io e mio marito lavoriamo a diretto contatto con la gente, con la fascia più vulnerabile per questioni di povertà: il ‘villaggio della gioia’, dove mi trovo, è un centro di accoglienza, che ha anche un orfanotrofio per recuperare i bimbi affidati dai servizi sociali; ci sono una quarantina di bambini e tutto il loro entourage di adulti., Il problema maggiore è quello di avere cibo, la malnutrizione e la malaria sono i problemi principali». Il Covid quindi non è visto dalla gente come un enorme problema, «qualche suora è stata male e sia io sia mio marito non siamo stati bene, abbiamo avuto i sintomi che sono quelli del Covid ma la diagnostica del luogo non ha stabilito esattamente cosa: era un’infezione, del resto qui non ci sono fogne e in questo periodo di forti venti nell’aria viene trasportato di tutto, anche infezioni respiratorie.

La suora che è stata male è stata ricoverata nell’ospedale che è stato costruito proprio per far fronte alla pandemia che però è vuoto, era pressochè sola, è stata curata con antibiotici ed è guaita». Per quel che riguarda il Covid Federica non può che basarsi su ciò che vive ogni giorno: «Qui la gente non muore di Covid, forse perché siamo imbottiti di farmaci che combattono la malaria, che è endemica e colpisce almeno ogni tre mesi, siamo un po’ meno fragili, non lo so., Ci sono misure di protezione che vengono adottate, lo Stato ha ricevuto fondi per far fronte al Covid e le sta usando, mascherine incluse; le frontiere con Benin, Ghana e Burkina sono chiuse ma la corruzione dilaga e quindi non è difficile passare., Però nei mercati, nei villaggi, le persone non rispettano molto né distanze né misure anti- assembramento., Per i vaccini anti Covid so che sono stati fatti ai funzionari del governo e agli operatori sanitari, anche nei centri medici a noi vicini., Noi lofaremmo, se dovessimo tornare in Italia e se possibile., Però il terrore Covid qui non lo abbiamo vissuto, lo abbiamo provato per i nostri cari, io ho perso la nonna lo scorso marzo, ma siamo persone di fede e ci affidiamo alla preghiera, ma questo non vuol dire che non faremmo il vaccino, anzi: non sentiamo l’urgenza perché qui non ci sentiamo in pericolo ma per una questione di responsabilità lo faremmo».

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