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"Il vaccino? Magari, ma per la malaria"

Ilaria Tinelli dal Camerun

«Magari ci fosse il vaccino, ma per la malaria". Per chi vive in certe parti dell’Africa il vaccino più atteso non è forse quello anti Covid, perché «la malaria è spossante, in questi 8 mesi di gravidanza l’ho presa già varie volte e in questa stagione è impossibile non essere punti dalle zanzare, anche se si mettono tende e zanzariere», racconta Ilaria Tinelli, 28 anni, che tra poco darà alla luce Aisha Cristina, un nome scelto per onorare le culture dei due genitori: Aisha di rimando al padre Ahmadou Mbouombou, camerunense, musulmano, ginecologo, chirurgo; Cristina per lei, bresciana e cattolica. Della loro storia d’amore Bresciaoggi aveva già scritto in passato, per via dei problemi, in apparenza burocratici e di documenti, che si erano interposti al loro matrimonio. Oggi sono sposati e sono in attesa della bimba, che nascerà in Camerun «dove forse oggi è più sicuro partorire rispetto all’Italia», dice Ilaria, che vive nel paese africano da circa 3 anni e che oggi è la coordinatrice, dei dispensari della diocesi della zona a sud del Camerun, che gestisce dal punto di vista aministrativo. «Qui la sanità è privata quindi si paga per essere curati – spiega –; nei nostri dispensari invece al centro c’è la persona e le cure sono per tutti, grazie anche al sostegno che ci viene da Brescia dove la Diocesi sta facendo una raccolta fondi per permetterci di acquistare letti per partorienti e Intermed Onlus, grazie all’impegno della dottoressa Antonella Bertolotti, a maggio farà arrivare un macchinario per l’ozonoterapia».

Il Covid quindi è uno tra i problemi sanitari, non il problema per eccellenza come altrove: «Non pare sia diffuso, o forse più semplicemente non si sa perché non si fanno tamponi – precisa Ilaria –. Non c’è obbligo di mascherine e dispositivi di protezione, ma nei nostri dispensari l’ho imposto, anche perché, grazie ad un progetto della Cei, sono arrivati dall’Italia e li abbiamo distribuiti. Ma qui non c’è la cultura della prevenzione e il Covid viene visto come la malattia dei bianchi. Se potessi io farei il vaccino, con tutte le malattie che vedo in Africa che non hanno vaccino mi sembrerebbe uno spreco non farlo. Però in caso per me sarebbe in Italia, quando e se tornerò e se avrò diritto».

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