L'INTERVISTA/4

Castelletti: "Io da sempre riformista. Rolfi cerchi gli estremisti nella sua coalizione"

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Intervista alla candidata sindaco di Brescia Laura Castelletti

Rolfi prova ad attaccarle l’etichetta di radicale, Laura Castelletti ci ride su: «Ahah, io radicale... riformista, questo sì». Anticattolica? «Non mi conoscono proprio, sono stata negli scout...». Civica? «Sì, civica, e non ho bisogno di camuffarmi in extremis».

Castelletti, i sondaggi la danno avanti. Una vittoria al primo turno non è un’utopia.

Sì, sono molto buoni ma la sfida è aperta fino all’ultimo. Direi che abbiamo una visione di città che piace ai bresciani. C’è un giudizio positivo sugli ultimi 10 anni. Se poi si andrà al secondo turno si aprirà il tema delle altre liste e candidati. Valuteremo con la coalizione, come su tutto, del resto. Incontreremo tutti.

 

Tanti candidati significa percentuali di voto più alte? È un vantaggio per chi?

Più bresciani votano, meglio è. A me interessa la partecipazione, perché significa che c’è senso civico, e che in qualche modo il lavoro sulla partecipazione che abbiamo fatto ha avuto effetto.

 

Arrivano in città ministri e segretari di partito a sostegno di Rolfi. Voi sembrate puntare più sugli amministratori locali.

Vede, io sono civica davvero. Rolfi è della Lega, e questo è evidente, al di là che si mimetizzi. Lunedì è venuto a Brescia mezzo Consiglio dei ministri, ma forse era meglio se stava a Roma a lavorare, visti i primi risultati. Qui si gioca in casa. E i bresciani sanno come votare, lo faranno in base al grado di soddisfazione. Non hanno bisogno che glielo vengano a dire da fuori. Io ho scelto di incontrare amministratori soprattutto della Lombardia orientale, compresa Milano, con cui abbiamo strategie comuni.

 

Rolfi sostiene che lei rispecchia la sinistra radicale ed è anticattolica.

La mia coalizione ricalca esattamente il buon governo di questi dieci anni. Ma faccio notare che alla mia sinistra ci sono Unione popolare, Pci..., alla destra di Rolfi non c’è nulla. Rolfi la destra estrema l’ha messa in coalizione.

 

Quanto all’anticattolicesimo?

Posso sorridere? Ho una formazione scout, chi mi conosce sa che non sono anti-cattolica. Ho sempre dialogato e condiviso progetti col mondo cattolico. Sono laica, come debbono esserlo le istituzioni. Cosa che credo debba pensarlo anche Rolfi, dal momento che incontra musulmani, ortodossi ecc.

 

Rolfi ha detto che sarà in piazza il 28 maggio. Ma forse quella destra estrema che lei dice ha in coalizione in piazza non ci sarà.

Questo lo deve chiedere a loro. Io so che ci sarò, come sempre. Ci vado da quando mi ci portò mio papà, subito dopo la bomba.

 

Non molti anni dopo lei cominciò a fare politica. Come sbocciò la passione?

Cominciai a scuola perché non ho mai voluto che qualcuno scegliesse per me. Il motto scout “Lascia il mondo migliore di come l’hai trovato“ è stato una mia una bussola. E l’amministrazione della cosa pubblica e la politica sono grandi occasioni per metterlo in pratica.

 

L’accusano anche di rappresentare i radical chic...

Ogni volta che la destra non sa che dire tira fuori il radical chic. Mi chiedo, ma allora, quanti sono i radical chic? Il 50% dei bresciani? Tutti Ztl? Sono accuse che mi scivolano addosso.

 

È vero che Brescia ha un problema di sicurezza?

Il ministero dell’Interno ci dice che si commettono meno reati, che sono in diminuzione da dieci anni. Ma Brescia non è il paese dei sogni, certo che esistono aree critiche. Da un lato serve maggiore presidio del territorio, e sarebbe bene che il Viminale mandasse più uomini, soprattutto con questa presenza straordinaria di turisti. Dal canto nostro, abbiamo programmato una crescita di 50 vigili; ci sono 900 telecamere. Dall’altro lato c’è il tema della aree dismesse. La prima cosa è portare funzioni pubbliche. Altro strumento è la sicurezza partecipata come prevenzione e soluzione. Tavoli a cui siedono tutti gli attori: vigili, cooperative che si occupano di disagio minorile, oratori, agenzie educative e così via.

 

È convinta dell’operazione tram? Ci sono ombre sui finanziamenti?

Il tram è un’opera quasi completamente finanziata, se Rolfi ha dubbi basta che chieda al suo ministro. Ma son sorpresa che, dopo anni passati a militare contro la metropolitana, oggi scoprano che è fantastica. A me interessa rispondere ai bisogni dei cittadini, che chiedono comunicazione verso i quartieri a Est.

 

Pensa a pedonalizzazioni più spinte in centro?

Devono essere graduali. Sono complesse da avviare, ma poi nessuno vuole tornare indietro. Vedi via X Giornate. Di piazzale Arnaldo pensiamo al rifacimento, perché diventi una piazza a tutti gli effetti. Ma la pedonalizzazione deve crescere nella misura in cui crescono parcheggi perimetrali e trasporti pubblici.

 

Sul Freccia Rossa si sono sentite varie proposte.

Il Freccia Rossa è privato, e noi non intendiamo acquistarlo. Le abbiamo viste le operazioni immobiliari del centrodestra! Il Comune ha già molti immobili da manutenere, e costa molto. Abbiamo fatto la proposta temporanea degli ambulatori, gli Spedali Civili hanno risposto di non essere interessati. Ma non è che non ci fossero state interlocuzioni con il Civile.

 

Le nomine A2A andavano proprio fatte? Non si poteva attendere le urne?

Stiamo parlando di una società quotata in Borsa, ci sono regole e tempi che vanno rispettati. Ho tenuto conto delle richieste dell’opposizione. Non gradiscono il loro rappresentante? Problema loro.

 

Se vincesse, che giunta ci sarà? Ricorrerà a tecnici? Terrà per sé la delega alla Cultura?

Premetto che non ho fatto promesse a nessuno e nessuno mi ha chiesto nulla. Ho sempre detto che mi riservavo di pescare fuori: uno o due tecnici. La delega alla Cultura? Vorrei completare il lavoro sulla Capitale.

 

C’è chi dice che il Pd non si stia impegnando al massimo per lei.

Chi lo dice non conosce bene il Pd. È ventre a terra, a cominciare da Del Bono.

 

Potevate fare di più sulle bonifiche ambientali?

Chi ci ha preceduto non ha fatto una sola bonifica. Le prime le abbiamo fatte noi. E ora abbiamo creato tutti i presupposti per bonificare lo stabilimento Caffaro, arriverà in estate il bando.

 

Capitale della cultura: un grande obiettivo raggiunto?

Sento una grande armonia ed entusiasmo. L’unico cruccio, il progetto speciale del teatro romano presentato proprio quando è caduto il governo Draghi. Avrebbe completato la città archeologica.

 

Lei a Porta Milano pensa anche a un mercato coperto?

Dietro al teatro Borsoni ci sono capannoni che potremmo destinare a scenografie teatrali e laboratori. E lì ci sarebbe anche spazio per un mercato coperto secondo modelli europei. Penso anche alla cittadella dell’innovazione. C’è la fermata San Giovanni, puoi fare parcheggi.

 

Le risorse messe sui servizi sociali sono sufficienti? Avete trascurato aree di disagio?

Faccio un esempio: l’Europa ci dice che dobbiamo coprire il fabbisogno asili del 33%, l’Italia è al 28, noi al 41. C’è una strategia e un consiglio di indirizzo del welfare con cui abbiamo decidiamo come orientare le risorse. Al disagio grave, si risponde oggi 365 giorni all’anno. La città è complessa, ma la riconsegniamo in pace, senza tensioni.

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