Botte a scuola, e i genitori stanno a guardare

Botte e indifferenza a scuola

Se qualcuno non se ne fosse accorto, l’indifferenza è probabilmente la cifra distintiva più presente nel nostro contesto sociale., Evitare i problemi, soprattutto se sono «altrui» è un imperativo per tanti, e le tante dimostrazioni di questa realtà comprendono una gamma davvero ampia di comportamenti, da quelli mostruosi a quelli semplicemente incomprensibili: dai passanti che aggirano il cadavere di un morto di camorra per le strade di Napoli ai genitori che davanti a una scuola non muovono un dito osservando due studenti che si prendono a pugni., SONO STATI proprio due ragazzini impegnati in un match davanti alla scuola media di Dello a spingere una donna, madre di una studentessa e insegnante nella elementare di Barbariga, Donatella Rossi è il suo nome, a chiedere pubblicamente con una lettera aperta il motivo di questa indifferenza diffusa., A chiedere alle famiglie quale sia il modello educativo che hanno in mente., «Nei giorni scorsi, accompagnando mia figlia a scuola - scrive la mamma maestra - mi sono messa in sosta nel parcheggio esterno (della media di Dello)., Nel fermarmi, ho notato che due ragazzini si stavano prendendo a pugni a ridosso del cancello d’entrata., Non ho avuto nessun tentennamento nel lasciare l’auto accesa, non parcheggiata, la portiera aperta e correre verso di loro., Li ho divisi mettendo un braccio sulle loro spalle e chiedendo spiegazioni dei loro gesti., Loro, con le lacrime agli occhi, mi hanno risposto dando due motivazioni diverse (uno che veniva provocato e l’altro che veniva offeso...)., Ho detto loro che le mani addosso non sono la soluzione dei problemi, che è necessario parlare, chiedere aiuto anche agli insegnanti, magari rubando dieci minuti alla lezione».

Fin qui tutto bene., Contesto a parte: «Cari genitori - prosegue - quello che mi ha lasciato amareggiata non è questa scena, oltretutto all’ordine del giorno nelle nostre scuole, bensì gli atteggiamenti di alcuni di voi., Un gruppo che assisteva al pestaggio senza far nulla, e coloro che hanno avuto la sfortuna di avere le loro auto dietro la mia (che lo ammetto, intralciava il traffico nel parcheggio), che hanno urlato e insultato perché non riuscivano a passare., Alla signora che era dietro di me e mi ha detto “Non si fa”, chiedo scusa se le ho provocato un disagio, ma rispondo che si fa eccome!, Siamo educatori ogni minuto, noi adulti, con i nostri figli e con chi non conosciamo»., «L’educazione civica, cari genitori, non si insegna solo da una cattedra, ma nel vivere le situazioni del quotidiano, fra cui anche le difficoltà, i contrasti e gli scontri., I nostri ragazzi hanno bisogno di guide sicure che possano accompagnarli nel vivere giornaliero., Chiedo perdono a coloro a cui ho intralciato il passaggio, ma la necessità del momento non mi ha fatto esitare sul dover intervenire per risolvere un problema più urgente., Invito tutti questi genitori a riflettere sul fatto che quei ragazzini sconosciuti potrebbero essere i propri figli»., •

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