Due ruote di solidarietà Le biciclette abbandonate sono destinate all’Africa

Le biciclette ritrovate che finiranno in Africa

Le hanno abbandonate, magari dopo averle rubate a qualcuno che non si è preoccupato di cercarle, e una volta trascorsi i tempi di legge le quindici biciclette di ogni tipo e marca, da uomo, donna e bambino, usate o quasi nuove, rimaste a lungo nel deposito della polizia locale di Orzinuovi prenderanno la strada del mare per arrivare in Africa, e regalare due ruote a chi finora non ha avuto altro che le proprie gambe per spostarsi., Sono state tutte ritrovate e sono ferme da un anno nel cortile accanto all’ufficio della locale, assalite da polvere e ragnatele perché nessuno ne ha denunciato il furto o lo smarrimento., «Secondo le statistiche l’80% dei furti di biciclette non viene denunciato - ricorda il comandante Vittorio Paloschi - e per gli agenti è molto difficile risalire al proprietario»., Anche da queste parti i ladri di bici abbondano e non sono pochi i residenti derubati, e magari pluriderubati., Però, appunto, le denunce presentate sono relativamente poche.

Forse un giorno verranno posate delle rastrelliere pubbliche dalle quali prelevare a pagamento una due ruote, ma per adesso i furbi si appropriano semplicemente del mezzo altrui e se ne liberano quando a loro non serve più., «TRASCORSO un anno, i pezzi in deposito nel magazzino del municipio sono diventati di proprietà del Comune - continua il comandante -, e il sindaco Gianpietro Maffoni ha accolto la richiesta della Caritas di Orzinuovi di spedirle in Africa»., Ogni anno, all’inizio dell’autunno, i volontari del paese inviano alle missioni un container nel quale sono stivati generi alimentari, capi di vestiario e, questa volta, anche city e mountain bike di diverso «spessore»., L’operazione è coordinata dalla missionaria madre Tina Baiguera, superiora delle suore Canossiane, che provvede a smistare i preziosi aiuti in alcuni dei villaggi più poveri e privi di servizi del Congo e del Togo., In attesa della partenza, il grande cassone viene parcheggiato sotto il portico della cascina Fenil Decio e qui Paolo Alghisi, con l’aiuto di molti giovani volontari, provvede a sistemare gli aiuti forniti dalla generosità dei compaesani.

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