Fanno una «spesa» gratuita
con la frutta diretta in discarica

Una «spesa» tra gli scarti crea allarme nella Bassa BATCH

In altri Paesi europei, per esempio in Gran Bretagna, questa è una pratica piuttosto diffusa all’insegna dell’eliminazione degli sprechi e della sopravvivenza delle persone meno o per niente abbienti. Ma naturalmente possono esserci delle implicazioni legate alla salute, e in effetti nella Bassa è scattato un allarme sanitario dopo che alcune famiglie, a quanto pare decine, hanno fatto incetta di ortaggi e frutta teoricamente da buttare in un centro di smaltimento autorizzato per i rifiuti organici.

LA SPESA a costo zero, forse la prima di cui si ha notizia nel Bresciano e, appunto, potenzialmente a rischio, è avvenuta dopo un tam tam innescato dallo stesso gestore dell’impianto, che ora rischia naturalmente un provvedimento giudiziario e il ritiro della licenza di smaltimento. Anche perchè la sua non sarebbe stata solo una operazione umanitaria.

È accaduto tutto nei giorni scorsi in una località che per ragioni di indagine non è possibile rivelare ma che è ovviamente ben conosciuta: nel volgere di 24 ore famiglie di Roccafranca, Rudiano, Castelcovati, Comezzano Cizzago e di altri comuni della zona hanno ceduto alla tentazione di portarsi a casa chili di merce destinata allo smaltimento e arrivata con due autoarticolati provenienti da fuori provincia. Noci di cocco, banane, rapanelli, insalata belga, pomodori, agrumi: sono solo alcuni dei prodotti finiti nelle dispense e che rischiano di rivelarsi un pericolo.

Anche se confezionata regolarmente e apparentemente integra, la merce potrebbe infatti essere avariata o contaminata per varie ragioni, con tutte le conseguenze del caso sul piano alimentare. E tornando al capitolo giudiziario, sotto la lente c’è l’atteggiamento di chi si è liberato in questo modo del materiale: così facendo, dopo la pesata e gli incassi dovuti è stato di fatto ridotto o azzerato l’effettivo trattamento dell’organico, si è risparmiato sulla manodopera per liberare ortaggi e frutta dagli involucri (ci penseranno le famiglie che hanno fatto il pieno) e anche sul costo di trattamento della plastica dlele confezioni, che anziché nell’isola ecologica locale finirà nelle isole dei paesi interessati. Le autorità sanitarie invitano sempre a non consumare prodotti alimentari destinati alla discarica al di là del loro aspetto. Oltre che vietato può costare caro alla salute.

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