La storica
forneria diventa
un archi-gioiello

La forneria della piazza di Borgo San Giacomo dopo il restauro

Non c’è evoluzione senza tradizione. Ma senza evoluzione, la tradizione - per quanto autentica e radicata nel tempo e in un determinato spazio - rischia di affievolirsi fatalmente stretta al collo dalla morsa di questi giorni frenetici e hi-tech. Piaccia o meno, cambiare marcia, reinventare e reinventarsi, pur nel segno della continuità, più che un vezzo oggi diventa allora un’esigenza di sopravvivenza. E dal cambiamento, dalle metamorfosi che infrangono la retorica nostalgica del «si stava meglio quando si stava peggio», spesso scaturiscono risultati sorprendenti, per non dire impensabili.

IL PROGETTO. È il caso della sempiterna forneria di Borgo San Giacomo, quella che in paese tutti conoscevano e tanti ancora conoscono come «Marietta» (nome della storica titolare) anche se in realtà l’insegna recita «Il fornaio della piazza» e da tempo il titolare è suo nipote Andrea Pinelli: recentemente restaurata da capo a piedi anche nella struttura, uno spazio rettangolare di circa 50 metri quadri al piano terra dell’edificio di origini cinquecentesche, la forneria e il suo restyling in chiave contemporanea sono stati infatti premiati al concorso internazionale «Storie di Farina», il cui obiettivo è «valorizzare l’innovazione nell’ideazione, progettazione e realizzazione di locali e spazi in attività rivolti alla produzione e vendita di pane». Secondo classificato dietro soltanto a una boulangerie di Marsiglia, il progetto è stato realizzato da Studio Mabb, gruppo di architetti specializzato in interior con base a Milano, dove lavora anche Andrea Baselli, originario proprio di Borgo San Giacomo e coordinatore in prima persona dell’intervento. La cui scelta cardine, «è stata l’accostamento di pochi materiali, tutti naturali, che rimandassero alla bontà delle cose vere e genuine come le farine, l’olio e le materie prime utilizzate per la produzione del pane». Più nel dettaglio, spiega, «lo spazio è stato completamente svuotato, lasciando che gli elementi strutturali dettassero il ritmo della composizione spaziale: alla forneria, le cui vetrine principali s’affacciano direttamente sulla piazza, si accede attraverso due porte speculari a bilico in ferro brunito, le maniglie sono realizzate con una lastra di ottone naturale dello spessore di un centimetro; al centro dello spazio abbiamo posizionato un bancone monolitico realizzato in marmo di carrara a forma di L rovesciata e impreziosito da lampade a sospensione, dietro al quale il mobile espositore del pane fa da sfondo come una quinta scenica e delimita lo spazio, permettendo di ricavare un ambiente di servizio retrostante».

I DETTAGLI. Scaffalature espositive composte da mensoloni in rovere e retroilluminate a led, pavimento in parquet altrettanto di rovere e soffitto in calce tono su tono, gli ulteriori tocchi creativi. Per uno spazio moderno e geometrico, luminoso, avvolgente e accogliente. Lo stesso Baselli ne parlerà approfonditamente questa sera alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi, dove sarà protagonista del secondo appuntamento con la rassegna «Storie di vita e architettura», ciclo di incontri tematici durante i quali architetti di fama nazionale (bresciani ma non solo) si raccontano delineando «percorsi umani e contaminazioni creative nell’arte del progettare». Appuntamento alle 21, ingresso libero. Poi tra una settimana esatta, mercoledì 20 marzo, l’ultimo incontro nel segno stroboscopico di Beppe Riboli, architetto della notte e dell’impossibile, tra i più apprezzati e richiesti «disegnatori» di club, discoteche e locali notturni non solo in Italia..

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