«Mi hanno puntato
la pistola alla testa
per rapinarmi il suv»

Pochi ancora gli elementi in mano ai carabinieri per rintracciare i rapinatori dei due fratelli

Rapinati dell’auto con delle pistola puntate alla testa. È stato un dopocena di autentico terrore quello vissuto pochi giorni fa da due giovani di Leno. Nella notte tra il 16 e 17 novembre, fratello e sorella di 27 e 28 anni sono stati rapinati della loro automobile mentre rientravano a casa dopo una cena in famiglia.

A RACCONTARE quei pochi minuti di grande paura è il 27enne, proprietario di una Volvo 40 Cross country. I due fratelli dopo aver cenato con una pizza in un locale alle porte di Brescia hanno accompagnato la sorella maggiore a Montirone e poi, a bordo della Volvo, si sono diretti verso casa, a Leno. «La mezzanotte era passata da circa 40 minuti - ricorda il 27enne - e stavamo percorrendo la strada Bassa, quella che da Ghedi porta a Leno. Sul rettilineo un'altra automobile che viaggiava in senso opposto ha iniziato a farci i fari, ad abbagliare e nel momento in cui è giunta vicino ci ha chiuso la strada mettendosi di traverso». La macchina dei rapinatori, secondo le testimonianze, era un’Alfa Romeo Stelvio di colore blu metallizzato. La Volvo si è trovata bloccata su una strada non molto larga, senza alcuna possibilità di manovra. Nemmeno il tempo di protestare, di chiedere che cosa stesse accadendo che dall’altro veicolo sono scese quattro persone a volto coperto che «ci hanno puntato delle pistole al volto. Sono stati attimi di terrore - ha ricordato il giovane automobilista - gli abbiamo dato il portafoglio e la borsa di mia sorella. Poi hanno detto di girarci e di allontanarci attraverso i campi intorno». I fratelli, in preda al panico, hanno obbedito inoltrandosi nel buio pesto nella campagna. «Mia sorella è scappata, mentre io mi sono girato un paio di volte e li ho visti ripartire», ha aggiunto il 27enne. La banda, composta da italiani almeno secondo le testimonianze dei giovani che lo hanno sentiti parlare, è fuggita con la Volvo mentre i due fratelli hanno chiesto aiuto ad una cascina nelle vicinanze che però non era abitata. Così oltre al danno anche la beffa per le vittime che nel cuore della notte e al gelo hanno dovuto raggiungere la loro abitazione a piedi. «La mattina seguente - ha concluso il 27enne - ci siamo recati alla stazione dei carabinieri del paese per sporgere denuncia». I carabinieri si sono messi subito sulle tracce dei rapinatori, ma a parte la ricostruzione delle due vittime gli elementi a disposizione per risalire alla banda sono scarsi. Nella zona non ci sono telecamere che possono aver ripreso la scena, la zona in aperta campagna e l’ora tarda hanno finora impedito di raccogliere altre testimonianze capaci di aggiungere elementi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti