Va a caccia senza licenza e finisce in carcere

Il tordo impagliato con i fonofil sistemati nella gabbia

Stavolta l’arresto è stato «vero», seguito non da una detenzione domiciliare, ma da una permanenza in carcere in attesa di giudizio. A farne le spese è stato un gavardese di 51 anni che se ne andava a caccia senza possedere la licenza e con il fucile del padre non potendo detenere alcuna arma in virtù di un decreto prefettizio emanato tempo fa per i suoi problematici trascorsi con la legge.

I REATI citati sarebbero stati più che sufficienti per giustificare il provvedimento restrittivo, ma la situazione è ulteriormente peggiorata perchè quando il valsabbino è stato raggiunto da un gruppo di guardie venatorie volontarie del Servizio di vigilanza ambientale di Legambiente si è messo a scappare, tanto da cadere ripetutamente e lasciare sul terreno anche il fucile: per questo motivo a suo carico ora c’è anche l’accusa di omessa custodia di armi.

L’episodio si è verificato mercoledì nelle campagne di Mocasina di Calvagese, e nella sua fuga il gavardese ha lanciato lontano anche un tordo appena abbattuto, che gli ha fatto piovere addosso l’addebito del reato di furto venatorio (automatico per chi abbatte animali, cacciabili o meno, senza la licenza di caccia), e una cartuccia. Il suo tentativo di sparire è però durato poco, perchè i carabinieri forestale delle stazioni di Vobarno e di Gavardo sono riusciti a trovare prima la sua automobile (all’interno c’erano munizioni identiche al pezzo abbandonato sul terreno) e poi a rintracciarlo e a contestargli gli illeciti che lo hanno portato a Canton Mombello.

QUELLA di Calvagese è stata però solo l’ultima operazione contro i reati venatori portata a termine recentemente dai militari di Vobarno e di Gavardo: in una sola settimana il personale delle due stazioni ha denunciato infatti ben 15 persone (ed elevato sanzioni amministrative per oltre 2.000 euro, spesso per la mancata annotazione sul tesserino regionale della fauna abbattuta) muovendosi sui territori di Montichiari, Pozzolengo, Vobarno, Mazzano, Desenzano, Serle e Puegnago. Nel campionario le solite e ricorrenti violazioni, dall’abbattimento di specie protette all’uso di anelli identificativi manomessi per rendere «presentabili» uccelli di cattura, ma a Montichiari c’è stato anche il tempo per divertirsi per un caso grottesco.

Gli agenti hanno scoperto un uomo che cacciava senza licenza usando il capanno e il fucile di un capannista «regolare»: quest’ultimo stava a sua volta sparando da un appostamento temporaneo creato a pochi metri da quello fisso senza il rispetto delle distanze di legge, ed entrambi stavano impiegando richiami elettroacustici, due dei quali piazzati in una gabbia occupata da un tordo impagliato che, nonostante le apparenze, «cantava» davvero benissimo. P.BAL.

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