Vicini da
«incubo»: firmata
la tregua

Addio alla catena su via Cave

Milena Moneta «Vicini da incubo», scoppia la pace, o sarebbe meglio dire la tregua. Dopo mesi di tensione in via Cave a Ghedi tornerà il sereno. La vicenda di dispetti e angherie diventata un caso nazionale dopo il servizio della trasmissione di Italia Uno «Le Iene» si chiude senza code legali.

EVITANDO che le liti finissero davanti a un giudice, ieri nel corso di udienza civile è stato sottoscritto l’accordo fra Adele Clerici, Virginio Poli, Bruno Peroni e Francesca Anselmini, assistiti dagli avvocati Domenico Servillo e Virginia Gualandi, da una parte e dall’altra la famiglia Bellotti, cioè Serafino, Fabio Francesco e Rosa Corso, assistiti dagli avvocati Chiara Taglietti e Massimo Zani. L’intesa si incardina nel rispetto del diritto di servitù di passaggio, senza apporre alcuna limitazione. In cambio le parti in causa ritireranno le querele. Ripristinata dunque la convivenza civile che dovrebbe essere normale tra vicini di casa. Ma in via Cave non era così per via di un tratto di strada di proprietà della famiglia Bellotti, che altri residenti della zona dovevano necessariamente percorrere per arrivare alle proprie case. Ne erano nati dei contrasti che avevano indotto i Bellotti a chiudere quel tratto con due catene a monte e valle del tragitto, provocando non pochi disagi agli altri abitanti della strada, costretti ad uscire di casa per aprire il passaggio ogni volta che qualcuno doveva recarsi da loro, e compromettendo di fatto la circolazione. La situazione era poi degenerata in comportamenti poco ortodossi, scanditi da dispetti, vessazioni, violenze verbali, minacce documentate anche da telecamere messe appositamente in funzione e da alcune riprese televisive. Della vicenda si era occupata anche la trasmissione «Le Iene». Negli ultimi mesi la contrapposizione si era ultimamente infuocata, tra denunce e controdenunce, al punto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine e del Questore che, ravvisando nel comportamento dei Bellotti soprusi ascrivibili al reato di stalking, aveva emesso un provvedimento di ammonimento nei loro confronti. A quel punto è intervenuta anche l’Amministrazione civica che attraverso una faticosa opera di mediazione ha contribuito a ristabilire un clima vivibile e arrivare all’accordo, sottoposto al giudice e formalizzato ieri, nell’udienza che dovrebbe chiudere in via definitiva il caso. I prossimi giorni serviranno a mettere alla prova la tenuta della tregua e verificare se in via Cave è finalmente tornata la pace.

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